Castagneto Forlai

 

Quando arriva ottobre a Granaglione e dintorni c’è fermento per l’attesa e il risultato del raccolto delle castagne.

Il castagno era chiamato l’albero del pane”e la castagne “pane dei poveri” perché assicurava con i suoi frutti la sopravvivenza delle popolazioni montanare. Questo fino agli anni’50, ma oggi il suo uso è moderno e ricercato più che mai, infatti  Granaglione ha ripreso da anni il suo percorso naturale dalla raccolta alla tavola, nonché al commercio con la birra di castagna.

Quelli di Granaglione sono i famosi castagneti secolari “matildici”, perché affondano le radici ai tempi di Matilde di Canossa, quando la Granduchessa del Medioevo e sovrana di tante terre tra cui l’Appennino Tosco-emiliano, volle dare impulso alla coltivazione intensa dei castagni per rendere i suoi sudditi autonomi con una risorsa certa di sostentamento. Per secoli, in montagna, dall’impianto dei castagneti di Matilde di Canossa, i castagneti erano la grande risorsa di sopravvivenza per le famiglie; con esse si otteneva la farina, utile per fare pagnotte, necci, frittelle; si tostavano per mangiarle successivamente nei mesi invernali.

I castagneti, di cui è ricco il territorio e dimenticati per decenni, sono stati fortemente rivalutati nel 1992 con la costituzione del Consorzio Volontario Castanicoltori di Granaglione al fine di valorizzare la produzione delle castagne. Con la ristrutturazione del Caniccio qui si è data vita all’essiccazione delle castagne secondo l’antica tradizione della gente montanara e la farina dolce ottenuta è garantita e certificata quale prodotto biologico.

Caniccio, o Casone in Emilia, Metato in Toscana, è la tipica costruzione utilizzata per l’essiccazione delle castagne. Le castagne, una volta raccolte e cernite, vengono posizionate e distribuite uniformemente sul “graticcio” (struttura posta fra 2,50/3 mt di altezza e che divide lo spazio verticale interno in due. Le castagne, nel giro di 30/40 giorni, vengono essiccate dal calore e dal fumo, sprigionati dal fuoco acceso al centro del pavimento sotto il graticcio (a Granaglione si usa legno di castagno). Una volta essiccate, le castagne sono pronte per essere macinate, per ricavarne la farina dolce, base per molte specialità dolciarie montanare (i necci, il castagnaccio, le frittelle).

Il Caniccio, oltre che essere un luogo dove alimentare il fuoco ogni due/tre ore per essiccare le castagne, era un punto di ritrovo per chiacchierare con un buon bicchiere di vino senza pensare ai vestiti impregnati di fumo.

L’essiccazione è una delle fasi finali della lavorazione della castagna se si pensa a tutto il lavoro di pulitura dei castagneti prima della raccolta, la fatica della raccolta stessa e la pulitura una volta essiccate; ancora oggi si usano le unità di misura di una volta: il bigongio contenitore dalla capienza di 35 Kg. e la corba che contiene 6 bigongi.

Il Consorzio di Granaglione, nato come progetto nel 1992 e fortemente voluto da alcuni castanicoltori volontari del luogo tra cui lo scomparso Giacinto Mellini, uno dei pionieri del Consorzio Castanicoltori di Granaglione e tanti altri come Marcello Biffoni, Vittorio e Attilio Nanni, Bruno Valdiserri, Luca Lazzeroni, Emilio Gadaleta, oggi è una piccola realtà di circa 50 soci e 25 ettari di castagneto di frutto consorziato che vuole imporsi presso i consumatori, sicuro della qualità della sua farina biologica.

Supportato dall’amministrazione Nanni, con il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Bologna, con il contributo di enti pubblici e privati, oggi è un’attrazione per turisti e visitatori che possono conoscere le tradizioni di un tempo.

Nel 1996 il Consorzio Volontario Castanicoltori di Granaglione ha pubblicato un piccolo volume “A tavola con le castagne” per raccontare un po’ di storia e di usi e costumi legati alla castagna anche con foto illustrate sui vecchi strumenti usati: il bigongio (contenitore che fungeva da unità di misura), il buzzirro (contenitore per riporre le castagne essiccate), la regina (attrezzo con punte sagomate in metallo per pulire le castagne dalla buccia essiccata), la vassoia (grande vassoio di legno con bordi laterali che le donne usavano volteggiando per una più accurata pulizia delle castagne essiccate). In questa raccolta tante le gustose ricette delle specialità preparate con farina di castagne.

E la castagna in Alto Reno Terme sarà protagonista in questo periodo proprio per gustare i sapori di un tempo, che siano castagne pastanesi, brovalghe o marroni poco importa, le specialità avranno il suo sapore unico e inconfondibile.

Castagneto Forlai

 

Diversi sono gli appuntamenti per valorizzare questo antico alimento ma sempre nuovo:

  • 27 e 28 ottobre 26^ Sagra della Castagna Proloco Granaglione;
  • 27 e 28 ottobre Festa della Castagna Alpini di Porretta Terme;
  • 28 ottobre Festa della Castagna Proloco Il Vizzero;
  • 3 e 4 novembre Festa della Castagna Proloco Il Quinto di Casa Calistri;
  • 10 e 11 novembre Festa di San Martino Proloco Capugnano
  • 11 novembre “smarronata”  Proloco Molino del Pallone

 

Foto di Pasqualina Tedesco

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