Nella foto da sn: Vladimiro Covili, Simonetta Zuccari, Bruno Bartolomei, Giuseppe Nanni, Paolo Piacenti, Luciano Biolchini, Roberto Margelli.
Sabato scorso è stata inaugurata all’H.Helvetia di Alto Reno Terme la mostra dedicata a Gino Covili, pittore nato a Pavullo nel Frignano e che trascorse tra Porretta e Castelluccio gli anni della Resistenza a cui aveva aderito.
Gino Covili
Alla cerimonia di apertura, condotta da Paolo Piacenti della BCC Alto Reno, hanno presenziato numerose persone e tra queste Igor Taruffi, consigliere regionale, Elena Torri, sindaco di Lizzano in Belvedere, Francesco Guccini, che ha scritto anche un testo per il libro dedicato al pittore, Luciano Biolchini, sindaco di Pavullo nel Frignano, il dott. Bruno Bartolomei ed il dott. Roberto Margelli, rispettivamente presidente e direttore della BCC Alto Reno, sponsor della manifestazione, e Giuseppe Nanni, sindaco di Alto Reno Terme, che ha preso la parola per primo.
“ L’opera di Gino Covili – ha dichiarato – coinvolge la vita degli abitanti di tre comuni dell’Appennino in un periodo molto difficile come quello della Resistenza. Mi congratulo con gli organizzatori, perchè questa non è solo una mostra ma un grande evento. E’ un’opera d’arte offerta al nostro territorio, è un regalo per tutti noi.”
Ha quindi proseguito il dott. Bartolomei, “Gino Covili si è espresso con quadri che toccano il cuore e aprono la mente…Pavullo, il suo paese natio, non è lontano come potrebbe sembrare, è vicinissimo a noi e fa parte del nostro mondo.Questo artista ci ha fatto sentire tutti parte di una grande famiglia” parole che hanno sintetizzato sintetizzano molto bene l’opera del grande artista .
Gli altri oratori intervenuti hanno ribadito questi temi sottolineando la rappresentazione delle peculiarità dei paesaggi, la storia della montagna e dei suoi abitanti con i loro mutamenti, la grande capacità di saper parlare al mondo rimanendo pur sempre uno di paese.
“E’ stata fatta una cosa grandiosa: sono state coinvolte tante scuole per un totale di circa 1500 alunni – ha dichiarato la prof. Raffaella Zuccari – All’inizio sembrava difficile riuscire in questo intento, ma con l’impegno fermo e costante degli organizzatori e degli operatori del mondo scolastico l’operazione è riuscita molto bene. Gli scolari dell’Alto Reno hanno risposto con grande entusiasmo ed hanno fatto opere che vale veramente la pena di vedere. Vorrei infine sottolineare il fatto che col nostro lavoro abbiamo “allenato” i ragazzi ad un pensiero critico partendo dal loro territorio.
La BCC Alto Reno è stata da subito affianco alla famiglia Covili per preparare, allestire, coordinare questa mostra-evento.
“Il paese dorme e sogna”
“Non è stata e non è operazione di puro aiuto in denaro – ha tenuto a precisare il dott. Roberto Margelli, nativo di Castelluccio e quindi coinvolto in modo particolare – Tutti noi dell’Istituto di credito abbiamo partecipato volontariamente mettendo grande impegno, esperienza personale e professionalità nei vari settori. E’ stato un progetto veramente sentito e credo che siamo riusciti a trasmetterlo a chi ci ha seguito, sono convinto che chi visiterà la mostra lo rileverà.
Ed infine le parole di Vladimiro Covili, figlio del grande artista:
“Stiamo presentando non una semplice mostra, ma qualcosa di molto di più. E’ un’idea forte proprio come l’avrebbe desiderata mio padre. E’ originale, senza colorazioni. Sembra suggerita da lui. Nelle opere vediamo i suoi ricordi che erano stati la sua guida. E’ in grande evidenza il rapporto dell’uomo con la montagna, un rapporto basato sul dare-avere. Su queste cime ha letto le paure, le sofferenze degli abitanti in anni molto difficili e ce le ha trasemsse con le sue immagini. La realizzazione di questo progetto, che ci ha coinvolto tutti facendoci diventare, come ha detto Bartolomei, una grande famiglia, è una sfida culturale per l’Appennino, perchè è fuori dai circuiti consacrati.
“Mio padre- ha concluso Vladimiro Covili – ha saputo celebrare la Resistenza di ieri e di oggi ed è stato un epico cantore della sua terra che ha tanto amato. Nelle sue opere troviamo come illustrato un grande racconto e assistiamo alla sua trasformazione. Vediamo il suo percorso…da visionario..a epico..a favolistico..Infine nei libri che affiancano e illustrano a fondo le sue opere (“Covili Visionario Resistente” e “Parole dipinte”)e che consiglio di consultare, troviamo Covili che racconta Covili. Sono opere d’arte non semplici pubblicazioni.
“L’escluso”
Al termine si è esibita la Wind Band del Liceo Musicale di Sigonio (Modena)
La mostra si articolerà su quattro sedi ( H. Elvetia, FotoStudio Marchi e filiale della BCC Alto Reno di Porretta Terme e Castello Manservisi di Castelluccio)e rimarrà aperta fino al 15 agosto. Avrà anche tre sedi fisse a Ronchidoso, Ca’ Berna e Biagioni.
Non è antologica, poichè sono esposte 63 opere selezionate su circa 3000 in varie tecniche portate a termine da Gino Covili, che, nel corso della sua vita (Pavullo 1918 -Pavullo 2005), ha incontrato e collaborato anche con personaggi quali il regista Luchino Visconti, i poeti Rafael Alberti, Roberto Matta e Carlo Levi, lo sceneggiatore-scrittore Cesare Zavattini, il grande fotografo Vittorio Storaro, il poeta Vico Faggi ed il dott. Franco Basaglia, consociuto nel corso delle sue visite all’ospedale neuropsichiatrico “Gaiato” quando lavorò al ciclo “Gli esclusi”
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