Se n’è andato in silenzio e in modo riservato l’aviatore di Casa Banditelli, come silenziosa e riservata è stata la sua vita, nonostante i numerosi successi nella sua carriera militare.
Giovanni Bacchetti, classe 1923, un ragazzo di umile famiglia, terzo di cinque fratelli, era cresciuto a Casa Banditelli, una borgata alta nel territorio granaglionese a 850 mt di altezza. Era spopolata completamente fin dagli anni’60 e ormai diroccata, ma quando nacque vi vivevano dieci famiglie con le poche risorse che la montagna offriva.
Era un ragazzo come tanti, andava a scuola a piedi col sole, con la pioggia, con la neve e col ghiaccio fino all’età di 13 anni sfidando il clima rigido dell’Appennino, fin quando fu assunto dalla DEMM di Porretta Terme dove lavorò per sei anni prima di arruolarsi nella Regia Aeronautica nel 1942. Per lavorare a Porretta doveva raggiungere il suo posto di lavoro attraversando la mulattiera a piedi fino alla provinciale e poi in bicicletta. E quando tornava a casa col buio staccava il fanale della bicicletta che era a carburo per farsi luce lungo la mulattiera che portava a casa.
Ma nonostante i sacrifici e gli orari dei turni di fabbrica, oggi non accettabili, Giovanni si riteneva un ragazzo fortunato a lavorare in fabbrica rispetto a tanti suoi coetanei costretti a lavorare nella “macchia!” con i genitori per fare carbone o emigrare in Corsica, in Sardegna o in Maremma e persino in Calabria dove era richiesta l’esperienza dei carbonai.
La sua carriera militare proseguì in mezzo a vicissitudini storiche e sofferenze che il successivo conflitto mondiale non risparmiava a nessuno. E durante la sua carriera nell’Aeronautica Militare Italiana, superando prove difficilissime, furono tanti i gradi e i riconoscimenti ricevuti e lui orgogliosamente li teneva nella sua bacheca: Aviere scelto, 1° Aviere, Sergente, Sergente Maggiore, Maresciallo di 3^classe, Maresciallo di 2^ classe, Maresciallo di 1^ classe, Sottotenente, Cavaliere al merito.
Il 2 giugno 1979 si congedò dalla carriera militare con i saluti del Comandante dell’Aeroporto di Pisa e futuro Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica Militare, Colonnello Arpino.
Negli anni recenti, ad aprile 2014 anche il Sindaco di Alto Reno Terme Giuseppe Nanni, ha consegnato a Giovanni una pergamena di onorificienza alla sua carriera e alla sua vita. Ma l’aviatore, nonostante tutti i riconoscimenti, le onorificenze ricevute e le sue 7000 ore di volo che l’hanno visto sorvolare sui cieli dell’Europa, dell’Africa e dell’America, è rimasto sempre il ragazzo di Casa Banditelli, con la sua umiltà e col suo sorriso. Dalla sua casa di Sambuca amava guardare i suoi monti granaglionesi sotto le nuvole, col sole o con la neve, perché era lì dov’era nato che si erano fermati i più bei ricordi dell’infanzia e della giovinezza vissuta.
Giovanni Bacchetti con Giuseppe Nanni, allora sindaco di Granaglione – Foto di Pasqualina Tedesco
E i suoi ricordi, lucidi fino all’ultimo momento, con molta modestia e umiltà, li ha voluti raccogliere in un piccolo volume “I miei cieli” pubblicato a marzo 2014 affinchè non andassero persi.
Con Giovanni Bacchetti se ne va un pezzo di storia della montagna granaglionese.
Domani nella Chiesa di S. Giovanni Battista di Biagioni alle ore 15.00 l’ultimo saluto all’aviatore di Casa Banditelli, Giovanni Bacchetti, che tornerà a volare nei suoi cieli.
Giovanni Bacchetti, terzo da sinistra nella foto di Pasqualina Tedesco, in occasione delle cerimonie della Festa delle Forze Armate a Granaglione.