Ida Galli e Silvano Agosti – foto di Fabrizio Carollo
Anche quest’anno, il Festival del Cinema di Porretta saluta il suo pubblico, dando l’ormai immancabile arrivederci al prossimo anno.
Un arrivederci che lascia sempre più un senso di malinconia nei cuori di tutti coloro che ormai aspettano questo appuntamento per emozionarsi e commuoversi, per riflettere e avvicinarsi al vero cinema, così come nei cuori di chi da poco si è lasciato coinvolgere all’interno di questa avvincente kermesse in continua espansione.
La sedicesima edizione del Festival del Cinema di Porretta ha infatti vantato una maggiore affluenza di pubblico a tutte le iniziative proposte ed il bilancio finale non può che essere positivo, come afferma anche Luca Elmi, presidente dell’Associazione Porretta Cinema:
“Questa edizione è stata quella con il più alto numero di partecipanti della nostra storia e per questo, non solo ringrazio ovviamente i ragazzi dell’Associazione che danno sempre più tempo ed impegno perché il Festival riesca al meglio, ma anche tutti coloro che hanno sempre creduto in ciò che stiamo costruendo e che, dopo solide fondamenta, sta acquisendo sempre maggior struttura. Ringrazio il pubblico che ci sostiene e che applaude i nostri film, i nostri ospiti e tutti quelli che hanno voglia di tornare a Porretta per questo appuntamento. L’interesse, la passione e la voglia di stare insieme, così come leggere la soddisfazione nei volti di chi ama il cinema e frequenta la nostra kermesse, è qualcosa che ci ripaga degnamente di tutta la fatica ed aiuta a superare qualsiasi difficoltà possa presentarsi di fronte.”
Una sedicesima edizione intrisa di senso di libertà e voglia di quel cinema che ormai tende a latitare e che è quello di impegno civile, di spontaneità.
Un cinema che deve regalare il piacere di essere visto e custodito dopo la visione; un cinema che vuole essere di tutti, senza guardare il profitto e l’esasperata corsa al marketing ed alla distribuzione al servizio del botteghino.
Questa edizione è stata l’espressione del cinema di registi coraggiosi, che hanno voglia di raccontare storie vere, mettendosi in gioco, talvolta essendo scomodi, ma sempre servendo il pubblico e tentando di elargire ad ogni persona un frammento di verità troppo spesso offuscato dalla nebbia del dubbio e della frenesia di tutti i giorni.
Una sedicesima edizione con protagonisti il grande regista Silvano Agosti (autore de Il giardino delle delizie, Il Segreto e Uova di garofano, tra gli altri) e la madrina Ida Galli, che non hanno certo nascosto come tutto sia profondamente cambiato, a partire dalla censura, più subdola ma anche più opprimente e come la voglia di rischiare sia ormai un’eco lontano e qualcosa riservato solo a pochi eletti, che lottano strenuamente con i mezzi della settima arte per tenere a galla tutto ciò che il cinema rappresenta.
“Bisogna concentrarsi sul presente. Viverlo, senza preoccuparsi troppo del futuro” ha commentato Agosti, al quale è stato dato il premio alla carriera, sul palco del cinema Kursaal “Perché è proprio l’ansia e la paura di ciò che ancora deve accadere che finisce per distoglierci dal momento che stiamo attraversando, dall’istante che viviamo e questo permette, ai politici in primis, di offuscare le menti e tenerci su binari stretti e monotoni, che non conducono a nulla di vero. Il cinema non è un lavoro, ma un’opera d’arte. È il senso di poter fare, di avere voglia di realizzare. Il cinema brama le domande, di qualsiasi natura, perché grazie ad esse è possibile raccontare delle storie in grado di fornire risposte. L’essere umano è un capolavoro assoluto e questo non va d’accordo con il potere, che ha bisogno di cittadini, di ruoli. Il regista non deve occuparsi di Stato, Giustizia, Diritti, ecc. Deve fare cinema e basta; parlare solo di cinema, altrimenti la società non lo definirà mai uno specialista e farà di tutto per emarginarlo.”
Giuseppe Nanni, (a sn), sindaco di Alto Reno Terme, premia Silvano Agosti
Parole profonde di un cineasta che non ha mai perso l’energia e l’ostinazione di portare alla ribalta la libertà di pensiero, elogiando la realtà di Porretta, che consente di diffondere un messaggio importante, quale appunto il valore di riscoprire ciò che davvero significa seguire il proprio destino, senza nulla di precostituito al seguito.
Entrambi i premi del concorso “Fuori dal Giro”, sono andati meritatamente al bellissimo Una Famiglia di Sebastiano Riso, interpretato dalla straordinaria ed intensa Micaela Ramazzotti. Una pellicola che denuncia senza mezzi termini il traffico di neonati in Italia, paese nel quale la burocrazia rende difficilissime le adozioni per le coppie eterosessuali ed impossibili per le coppie gay.
Un film che ha catturato all’unanimità i giovani componenti della giuria (42 studenti dell’Istituto Montessori/Da Vinci di Porretta e del C.P.I.A. Montagna) che non hanno avuto così alcun dubbio sul responso finale.
Il Festival del Cinema di Porretta percorre, quindi, sempre più la direzione giusta e c’è da pensare che possa coinvolgere ulteriormente, edizione dopo edizione, portando davvero ad una nuova concezione di vedere e non soltanto guardare.