Natura, paesaggi suggestivi, ma anche storia, cultura, tradizioni di un tempo passato: è quanto viene scoperto dall’occhio prospettico della cinepresa di Ciak si gira! rassegna dedicata a grandi registi che hanno un forte e particolare legame con l’Appennino bolognese. Ogni appuntamento della rassegna permette di scoprire, tramite un percorso trekking, alcuni dei luoghi e dei luoghi più suggestivi protagonisti del grande schermo. Diverse sono le date dedicate a Pupi Avati, che oltre ad avere origini montanare, mantiene un forte legame con questo territorio, infatti, sono tanti i film girati e ambientati in Appennino.

“Lo scorso 9 luglio abbiamo accompagnato i camminatori in un semplice percorso che partito dal centro abitato di Riola ha permesso di immergersi in un ambiente rurale inaspettato: quelli che in un tempo erano i sentieri agricoli che collegavano campi e agevolavano i lavori contadini, oggi sono tratturi abbandonati, attraversati solo da una ricca fauna locale. Non è difficile imbattersi in un capriolo, in una lepre, così come non è difficile scorgere in volo un falco pecchiaiolo o pellegrino e perché no, la maestosa aquila reale. Il profilo dei monti che svettano davanti, quando la vegetazione si apre e lo sguardo può spaziare, sono infatti le cime di Montovolo e Monte Vigese: sito di interesse comunitario e zona di protezione speciale che ospita numerose specie molto rare, tra cui rapaci diurni nidificati” spiega Michela Marcacci, presidente dell’Associazione Appennino Geopark, che coordina le guide della rassegna Ciak si gira e molte altre della rassegna Crinali, e guida ambientale escursionistica

Il percorso permette di raggiungere da una prospettiva particolare, “una delle” protagoniste della rassegna cinematografica: la Rocchetta Mattei.  Questo castello fiabesco che incanta e stupisce compare all’improvviso con il suo profilo inconfondibile fatto di guglie dorate. Questo stesso itinerario con nuove proiezioni verrà replicato il 23 luglio.

Il prossimo appuntamento della rassegna è il 16 luglio ed è dedicato a Giorgio Diritti ed è riservato ad una “scenografia” sicuramente d’eccezione, perché ha alle spalle una importante produzione cinematografica che ha vinto numerosi premi tra cui il David di Donatello come miglior film nel 2010 con “L’uomo che verrà”, ma racconta una delle pagine più tragiche della Guerra di Liberazione e della nostra storia nazionale: i tragici eventi dell’autunno del 1944 che hanno portato all’eccidio di Monte Sole, con la strage di centinaia di innocenti da parte delle truppe nazifasciste. Anche in questa occasione, sarà un trekking a permetterci di scoprire a passo lento luoghi e racconti narrati dalla pellicola cinematografica e dalla storia.  “In questo caso, prosegue Michela Marcacci, la camminata parte dalla stazione di Pian di Venola, per poi dirigersi verso Sperticano, dove poco prima della chiesa Parrocchiale, retta da Don Giovanni Fornasini medaglia d’oro al v.m., inizia il sentiero CAI 132. Questo itinerario è conosciuto come “sentiero del postino”, dedicato al postino Angelo Bertuzzi che dagli anni Quaranta percorreva queste strade e sentieri per portare la posta alle varie borgate. Aveva rapporti stretti con i partigiani nascosti in questi boschi e nonostante venne catturato dai fascisti ed in interrogato, non rivelò mai nomi e informazioni.  Il sentiero risale le pendici di Monte Abelle e Monte Sole e, raggiunta una sella, arriva ai resti del borgo di Caprara”.

Monte Sole

 

Questa località rappresenta certamente uno dei luoghi simbolo di quello che oggi è il percorso del memoriale. Era un borgo agricolo, centro di riferimento per la presenza di un’osteria e ospitava una decina di famiglie la cui vita scorreva tranquilla. Nel 1944, la frazione di sotto, fu sede della brigata partigiana Stella Rossa che operava in zona. Il 29 settembre 1944 i tedeschi diedero inizio al rastrellamento dell’area attorno a Monte Sole che portò allo scioglimento della brigata partigiana Stella Rossa e sfociò nella più grande strage nazifascista in Italia: in pochi giorni vennero trucidate 770 vittime civili, per lo più donne vecchi e bambini innocenti. Il percorso prosegue verso il centro visita “Il Poggiolo” attraversando prati aperti e permettendo di spaziare con la vista sulla valle del Reno e del Setta. La località, infatti, si trova nella zona dello spartiacque di queste due valli e Il Parco Storico di Monte Sole è anche un luogo di straordinarie bellezze naturalistiche con panorami emozionanti soprattutto al tramonto. Ed è proprio il tramonto che bisogna aspettare per permettere la proiezione del film “L’uomo che verrà”.

Il progetto Ciak si gira! è sostenuto da Destinazione turistica Bologna metropolitana e da Bologna Welcome e organizzato da Unione dei Comuni dell’Appennino Bolognese, Unione Reno Lavino Samoggia, Unione Reno Galliera, e dai Comuni Alto Reno Terme, San Giovanni in Persiceto e Minerbio in collaborazione con Fondazione Cineteca di Bologna.

 

 

 

 

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