CICLISMO – GIRO D’ITALIA: Grande impresa di Damiano Caruso che vince la 20a tappa

La maglia rosa è rimasta sulle spalle di Bernal.. Deciderà il Giro la tappa a cronometro

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“Damiano non è considerato dall’inizio del Giro eppure è ancora lì, mollare adesso non sarebbe da lui, l’occasione della vita è a un passo, potrebbe anche essere un passo sbagliato, ma perché non farlo?”

Il passo Damiano l’ha fatto e non l’ha sbagliato, non ha centrato l’esatto scalino che meritava, ma non poteva farlo. Per poco, pochissimo.

Un passo da gigante, quale è stato in questo Giro e quale è sempre stato nella sua carriera, frenato da chi non lo ha capito appieno o da chi ha esaltato solo la sua dote maggiore, la meravigliosa umiltà di uomo del Sud che niente chiede e tanto dà.

Ci ha provato, ci è riuscito solo in parte, ma ci ha fatto veramente sognare. Verso l’Alpe Motta il tifo per lui è stato indiavolato e composto, gente che voleva libertà e l’ha assaporata e rivissuta grazie anche a Damiano, rispettandola e rispettando il nostro Siciliano, consapevole di essere parte di un impresa d’altro tempi, solo tentata, ma molto vicina all’essere realizzata.

Damiano vince la penultima tappa mettendo paura ai padroni del Giro 2021, la Ineos Granadier, e alla sua Colombiana Maglia Rosa, Egan Bernal, forte, intelligente e fortunato nell’avere al suo fianco extraterrestri del calibro di Daniel Martinez, autentico salvatore della corazzata britannica. Quello che ha fatto nelle ultime tappe Martinez, specialmente sull’Alpe Motta ha del paranormale.

Damiano vince e consolida il suo secondo posto, rosicchia al Roditore Colombiano e allontana il danzatore britannico, che stavolta non bluffa e crolla negli ultimi chilometri della tappa.

Damiano scappa in discesa, nella prima discesa, con ancora due salite davanti.

Scappa con Pello Bilbao, più che un gregario che arriverà sfinito ma infinito corridore. Scappa grazie ad un intuizione della Dsm di Bardet, che prova a far saltare il banco, provando a saltare in avanti qualche posto in classifica. L’intuizione è giusta, un gruppetto riesce ad andarsene finché non ne rimangono 4, due Dsm, due Barahain, ne riprendono 3, meno uno, Caruso, che vince. Pello infinito lo lascia a qualche chilometro dall’arrivo, Damiano lucido, come in tutte le discese e le salite, (un plauso a Giada Borgato che lo nota da subito, voce RAI forse non molto coinvolgente, ma dalla competenza concreta), prima di superarlo gli piazza una pacca sulla spalla di ringraziamento. Un gesto mai visto, che esalta tutti i tifosi di ciclismo e non solo, che riporta umanità al professionismo esasperato, un gesto meraviglioso quasi commovente che ha caricato ancora di più di significato l’azione da favola di Caruso.

Dietro però Martinez, dopo essersi staccato in discesa, sfrutta il lavoro precedente di Castroviejo, si piazza davanti spostandosi solo all’ultimo chilometro, dopo aver rosicchiato, rosicchia anche lui, secondi importanti al Siciliano. Impressionante la cattiveria agonistica di Daniel,  che simbolicamente dovrebbe vestire almeno mezza maglia rosa sulle spalle di Egan Bernal.

Egan non regala pacche sulle spalle, sembra disorientato, perde qualcosina da Caruso nell’ultimo chilometro, solo pochi secondi e vien da chiedere quanto avrebbe perso senza Martinez e Castroviejo, mentre dietro di lui Simon Yates, inaspettatamente, sprofonda in una giornata nera, sbiancata solo dalla sicurezza di un terzo posto a lui molto stretto.

Grazie Damiano, GRAZIE, un’azione del genere non l’aspettavamo, anzi si, ma non la credevamo possibile, eppure tu ce l’hai regalata.

Ora sei secondo, mancano solo trenta piatti chilometri a cronometro per finire questo Giro.

Andare a riprendere Egan è impossibile, finire in terza probabilmente anche. Ma sinceramente farebbe lo stesso. Hai un  minuto e cinquantanove da Bernal e Yates ne ha uno e ventiquattro da te. E le prime tappe hai lavorato per Landa.

Ti avrei ringraziato anche se saltavi e uscivi di classifica dopo averci provato. Ti avrei adorato lo stesso. Ma ero sicuro che non sarebbe finita così.

Tu, Damiano, gregario, lo sei stato sempre, per sbaglio.

Oggi lo hai dimostrato.

Non è un caso.

Non è l’occasione della vita.

È solo merito, arrivato tardi, ma arrivato.

Grazie Damiano, grazie e Complimenti.

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