CICLISMO – GIRO D’ITALIA: Vince Simon Yates, controlla Bernal e si salva ancora il nostro Caruso

Oggi si decide tutto in attesa di vedere quanto servirà la crono di Milano

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Senza Tattiche, senza alleanze, senza Padrone….

Tutto falso.

Tattiche fini e ben studiate, alleanze evidenti mai dichiarate.

La Deceuninck tira come forsennati per tenere la fuga a tiro, si stacca l’uomo più in forma degli Ineos, Daniel Martinez e il il gruppo si mette in fila indiana costringendo Ganna a straordinari obbligati.

Nella fuga che faticosamente aveva preso un piccolo vantaggio anche il nostro Emiliano doc Giovanni Aleotti, modenese di nascita, Ferrarese di8 confine, Bolognese di numerosi allenamenti. Giovanni è al suo primo anno da professionista, è al suo primo Giro. Andare in fuga la terzultima tappa è più di un segnale, tenerlo d’occhio questo modenese della bassa è un obbligo che non costerà molta fatica.

Almeida scatta ai meno sei km al traguardo, quando un favoloso James Knox di sposta dopo aver trenato tutta la salita in modo impressione. Scatta, stacca, rallenta e si volta. Nessuno lo segue, riparte e si rivolta, ancora è solo.

Quando penso che qualcosa non torna qualcuno arriva. In evidente ritardo Simon Yates senza scattare alza il ritmo e si togli di mezzo la Maglia Rosa e la sua squadra. Bernal no fa fa una piega, lo guarda allontanarsi andando su del suo passo.

Dietro Yates vanno troppo convinti Vlasov e Caruso.

Forse Damiano sbaglia a seguire Yates e Almeida ma la sua azione, c’è poco da dire, fa sognare.

L’attacco alla Maglia Rosa è cosa fatta, tutti i rivali più pericolosi sono insieme a Yates. Egan è a ruota di Martinez bocca aperta apparentemente affaticato è in realtà in modalità risparmio energetico.

Simon ha però un’altra marcia  e la inserisce staccando tutti. Forse qui anche lui sbaglia, insieme si può andare più lontano e innervosire di più la Rosa Colombiana, che invece rimane tranquillo riprende  i “traditi” da Yates e comincia a tirargli il collo.

Ma Simon vuole vincere la tappa e il Giro è per vincere il Giro deve fiaccare il nostro Caruso.

Vlasov prova a lasciare la compagnia, la recita è già vista, già provata e ha lo stesso finale. Il Generale dell’Astana da lasciarlo fuggendo lascia la compagnia staccandosi.

Martinez, umano, si stacca e il peso rimane tutto sulle spalle del Colombiano. È esile ma quel peso lo sopporta benissimo, aumenta ancora e si avvicina a Yates portandosi dietro solo Joao, il portoghese a cui manca ancora qualcosina in salita, ma che sta diventando veramente grande.

Almeida sopporta il ritmo di Egan e poi lo stacca provando l’impresa impossibile di andare a riprendere Yates.

Simon vince, e rosicchia ancora qualcosa ad Egan e a Damiano, che con grande intelligenza Tattica non crolla e tiene bene il secondo posto.

Loro tre si giocheranno tutto tra l’Alpe Motta e Milano, loro tre con le loro squadre e quel poco rimasto allo stremo.

Anche la corazzata Ineos sembra in netto calo. Ed è un segnale chiaro per chi pensa sempre male.

Tre come i minuti scorsi che li separano tra di loro, tre minuti che potranno essere infiniti o velocissimi.

Sarà un sabato da brividi, tre salite tra Svizzera e Italia, SanBernardino 23 km 1500 metri di dislivello, Passo dello Spluga quasi 9 km e quasi, 700 metri di dislivello, e l’arrivo all’Alpe Motta, non una salita difficilissima su cui non si potranno fare grandi differenza, 7 km e 500 metri di dislivello. Bisognerà fare corsa dura da subito. Il meteo aiuterà a far aumentare i brividi, perché sarà probabilmente un sabato tutt’altro che soleggiato.

Simon soffre il freddo, Bernal ci gongola, Damiano…

Damiano non è considerato dall’inizio del Giro eppure è ancora lì, mollare adesso non sarebbe da lui, l’occasione della vita è a un passo, potrebbe anche essere un passo sbagliato, ma perché non farlo?

 

Immagini RAI

 

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