CALCIO: Il Bologna s’inchina alla Signora

La Juventus s'impone al "Dall'Ara" 4 a 1. Chiesa, Morara (2) e Rabiot spingono i bianconeri in Champions League. Di Orsolini il gol bandiera.

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Storia di Bologna-Juventus. La partita per eccellenza, almeno sotto le Due Torri, dove la passione per il calcio va oltre ogni ragione. Tralasciamo i precedenti, il rododentro porta ulcera. Giocare contro i bianconeri di Torino rievoca gioie e dolori, sportivamente parlando. Ma anche storie di prepotere e prepotenza che va oltre lo sport. Calciopoli e il malcapitato Gazzoni Frascara insegnano.

Sul campo, si è soliti raccontare, per chi ci crede, che vince la più forte e non c’è dubbio che la Juventus di oggi lo sia. Poi però bisogna giocarsela sul rettangolo verde e l’allenatore dei felsinei, Sinisa Mihajlovic, alla vigilia ci prova a portare l’attenzione altrove chiamando in causa l’operato degli arbitri per poi scendere a più miti consigli.

Poi però la Juventus la partita la stravince e mister Mihajlovic dimentica in fretta qual era l’obiettivo primario: fare meglio della precedente stagione quando i rossoblù chiusero a 47 punti. A campionato concluso la dodicesima posizione è la medesima dell’anno scorso, ma se i rossoblù avessero conquistato anche gli stessi punti sarebbero piombati davanti al Verona, che ha chiuso al decimo posto con 45 punti.

In altre parole si poteva fare di più prima di arrivare ad incrociare la Juventus: dopo la batosta con l’Atalanta, 5 a 0, il Bologna ha raccolto solo tre pareggi in 4 partite contro dirette concorrenti (3-3 in casa con la Fiorentina, 1- 1 a Udine, 0 a 2 in casa a favore del Genoa, 2 a 2 a Verona). Si poteva fare meglio, esattamente, ma evidentemente sono mancate le “fatidiche” motivazioni e forse, azzardiamo, questo finale di campionato poteva essere gestito diversamente. Dai giocatori e dallo stesso allenatore.

Contro la Juventus di Pirlo, che si giocava il piazzamento Champions parimenti al Milan e al Napoli, si poteva davvero fare poco. Poi c’è modo e modo di perdere e il Bologna lo fa in un modo avvilente, nonostante i tifosi fuori dallo Stadio hanno spinto i propri beniamini a sputare l’anima contro il “nemico” . I sogni dei tifosi s’infrangono e le favole diventano barzellette. Lo strapotere ha vinto e serve poco raccontare che la Juventus di Pirlo era poca cosa. Fisiologicamente cedere il passo ci stava (dopo 9 scudetti di fila) e Pirlo era l’uomo ideale a cui scaricare eventuali colpe: intanto il debuttante calpestato da ogni dove si è portato a casa la Supercoppa Italiana e la Coppa Italia. Ora il piazzamento Champions.

I rossoblù dicevamo chiudono la stagione in dodicesima posizione, con 41 punti, 51 reti realizzate, 65 subite. Così è serve poco l’agitazione di Mihajlovic nel dopo partita. La solita conferenza stampa arrogante e fuori luogo. Ma tant’è e fino a prova contraria è legato al Bologna per altre due stagioni. Fino a prova contraria.

 

in home page foto raisport

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