Bologna non ama l’Appennino

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Ho letto l’analisi di Francesco Fabbriani in merito ai rapporti storici tra Bologna e il “suo” Appennino. Alcuni chiarimenti di situazioni pregresse ed attuali mi hanno spinto a scrivere queste seguenti osservazioni. La prima è che nessuno, o quasi, amministratori locali hanno preso posizione o contestato decisioni emesse da Regione, Provincia o Città Metropolitana anche se queste avessero avuto aspetti negativi per i propri amministrati. Il ché significa una pesante dipendenza da centri di potere partitico. L’altro sono legate alla risoluzione presentata dal consigliere regionale Mastacchi in cui chiedeva fossero riammessi i recuperi degli edifici esistenti, la riconversione di quelli ora inutilizzabili, come le vecchie stalle e il riutilizzo di quelli anche collabenti, quindi con nessun consumo di suolo vergine, scopo cui si mira. Non ho sentito voci di amministratori in merito. Vorrei però qui fare una puntualizzazione su questi impedimenti a chi è proprietario di un bene a non poterlo né utilizzarlo né trasformarlo. In parole povere si cancella il concetto di proprietà privata per sostituirlo con quello di proprietà o bene a beneplacito di decisioni politiche o di partito (sono sinonimi). Pensate all’assurdo : sono proprietario di una fabbricato mal messo in zona montana e non posso rimetterlo a posto, impiegando aziende edili locali e progettisti del posto, dando quindi lavoro a dette zone, perché in alto loco si é deciso di estromettermi, praticamente, dalla mia proprietà. Penso che un simile pensiero non sia neppur passato per la mente ad una persona fortemente contrario alla proprietà privata quale Josif Visarionovic Dzugasvili detto STALIN . Credo che ci troviamo di fronte a una cultura da Comitato Centrale del PCUS degli anni delle purghe staliniane. La cancellazione, di fatto, della proprietà privata e del suoi possibili utilizzi e trasformazioni con tutti i canoni di una corretta edilizia. A questo punto verrebbe da pensare che Pol Pot fosse un ideologo del liberismo a confronto con simili trovate. Silenzio profondo da amministratori montani.

Verrebbe anche da pensare che questa sia una manifestazione di potere tout court. Cos’è il POTERE ? E’ la possibilità di impedire a qualcuno di potere fare qualcosa, anche di legittimo, persino a livello di espressione di pensiero. Quale maggior dimostrazione del POTERE se non quella di togliere a qualcuno l’uso dei suoi beni e delle sue proprietà ? Qualsiasi bizantinismo giustificatorio di simili disposizioni legislative non tolgono il sospetto di una prevaricazione e cancellazione della libertà delle persone nell’uso e fruizione dei propri beni. Sia ben chiaro uso e fruizione secondo modelli edilizi consoni all’ambiente, con doverosi progetti professionali e rispetto di storici modelli estetici locali. Talvolta, quando sento certi ambienti e certe persone parlare della Resistenza, mi sorge il sospetto che costoro intendano per Resistenza le leggi di Ohm che appunto regolano tensione, resistenza e intensità di corrente in un circuito elettrico, stante il fatto che detti ambienti e dette persone hanno comportamenti che fanno a pugni con il concetto di Libertà e Rispetto del prossimo.

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