BASKET: La ripartenza di Basket City

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Alessandro Pajola- foto dal sito Virtus

E’ andata in archivio giorni fa la 109° edizione del derby, una stracittadina sotto tono come era facilmente prevedibile data l’attuale situazione condizionata dal Covid e vinta dalla squadra pronosticata per logica come la più forte e la più in forma . Tutto scontato ma sono lievitate alcune considerazioni.

In casa bianconera il morale è salito, è in atto la risalita in classifica senza particolari patemi, poichè c’è ancora tanta strada da fare prima dei match decisivi. Hanno fatto un passo in avanti quasi tutti,… quasi…Teo alterna magie a qualche errore, ma lui appartiene ad altra categoria. Pajola è sempre al top, ha perso il ruolo di riserva ed ha meritatamente guadagnato con tanto sudore in difesa e progressi in attacco quello di titolare. Weems e Ricci sono in chiaro crescendo, dimostrato dai numeri e dai sorrisi. La coppia Gamble-Hunter ha ancora alti e bassi, ancora un po’ indietro Adams che capisco, come ho già avuto occasione di spiegare, perché inserito in un ruolo che non è il suo naturale, Alibegovic piano piano si sta trasformando in prezioso tiratore dalla lunga distanza (come faceva B.Rossi). Il più atteso ora è Abass. Stimato, corteggiato da tempo, al suo rientro deve raggiungere il livello degli altri. Le sue qualità sono conosciute, ora deve dimostrarle a chi ha avuto tanta fiducia in lui. Senza particolare fretta ma dovrà essere con un crescendo costante.

Belinelli – Circa un mese fa, su domanda precisa dei cronisti che chiesero a Massimo Zanetti  se fosse possibile l’ingaggio di quel giocatore NBA, ex Virtus ed ex Fortitudo, che si aggirava nel bolognese senza contratto, il patron rispose con un sorriso :”Vedremo..”. Non disse come si temeva: ”Non ne parliamo neanche” e quindi scattarono le logiche  speranze dei tifosi. Dopo c’è stato un lungo silenzio. 48 ore fa l’ufficiale proclamazione di “Belinelli alla Virtus”.  Un “matrimonio “ logico per tanti motivi, da quelli cestistici (Djordjevic aveva evidenziato la mancanza di un tiratore) a quelli promozionali ( e si è visto il boom sui media non solo nazionali). Logica ma non giustificabile negli eccessi  la reazione dei fortitudini che hanno anche esagerato con certi termini. Non va mai dimenticato che siamo all’interno di sport professionistico ed è inutile andare a ripescare i vari passaggi di maglia, specie dopo diversi anni. Allora bisognerebbe ricordare anche chi si era fatto tatuare la F sul petto per poi passare ad altra squadra ed un allenatore che affermò che non sarebbe mai tornato ad allenare in Italia e invece è qua….Inoltre  le due società, e non solo le due squadre, in questo momento non sono allo stesso livello e pertanto era impensabile un’asta sul suo cartellino. Ha scelto quella che ora gli poteva dare le risposte più giuste sotto il profilo economico e stimolanti sotto il profilo sportivo.

 

Firmate tutte le carte c’era da assegnare il numero di maglia. Beli ha chiesto la 3. Questo era scontato,  come sappiamo bene avendo la sua maglia degli Spurs al Santuario della Patrona del basket a Porretta Terme, maglia preziosa che arrivò grazie alla mediazione di Ettore Messina e di Daniele Fornaciari, presidente della Fondazione Virtus.

La ex maglia di Belinelli indossata Don Lino Civerra, ex parroco della cittadina termale Don Lino Civerra, pur dichiaratosi fortitudino.

Domenica 6 dicembre (ore 16) arriverà alla Virtus Arena il Sassari di coach Pozzecco. Un match di verifica che vede in palio punti pesanti per l’alta classifica.

 

Pavani, presidente Fortitudo Pallacanestro

In casa Fortitudo il derby, come esito e come gioco, ha creato nuove riflessioni. E’ vero che non si è mai potuto schierare l’organico al completo causa infortuni e  virus, ma è altrettanto vero che le lacune apparse ben presto evidenti hanno indotto a urgenti ritocchi. Era programmata la partecipazione a Campionato, Champions e Coppa Italia ed era impensabile che Happ (24 anni)potesse fare 40′ in campo e pure che Totè (23 anni) potesse rivelarsi pedina in grado di sostituirlo a questi livelli. Era pure impensabile che la squadra potesse contare solo sulla regia di Fantinelli senza spalla adeguata. Il poter schierare i tre migliori tiratori dello scorso anno (Banks, Happ, Aradori) aveva forse distratto da una realtà che conoscono tutti gli appassionati di basket: il cecchino da solo non fa canestro ! E i tre senza il contesto abituale hanno dimostrato ovvi limiti. Si è corso ai ripari con urgenza data la preoccupante posizione in classifica (ultimo posto) ed è stato ingaggiato Cusin (36 anni) che ha dato il suo massimo impegno e purtroppo l’ha pagato con uno stiramento e starà fuori 20-30 gg. “Piove sul bagnato”, vero, ma sulla povera Fortitudo sta diluviando. E’ scontato che si parli di arrivi, ma sono solo voci. La realtà dice che sabato a Brescia, che ha in panchina il nuovo coach Buscaglia, sarò in palio una fetta della salvezza (visto che il blocco delle retrocessioni per ora non è accettato dalla maggioranza delle società).

“Meo” Sacchetti, coach Fortitudo

Non mancano coloro che fanno ricadere colpe sull’allenatore. Mettere in discussione le capacità tecniche del coach della Nazionale è assurdo. Gli errori sono stati fatti in cabina di regia la scorsa estate, se poi Sacchetti ha dato consigli e non sono stati seguiti, se ha avallato le scelte o meno…questo lo sanno solo i dirigenti. Sono note le sue indicazioni solo su Happ e Saunders.

 

 

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