Pablo Larrain – foto rsi
XIX EDIZIONE FCP_ FESTIVAL DEL CINEMA DI PORRETTA TERME
1-8 DICEMBRE 2020
La diciannovesima edizione del Festival del cinema di Porretta Terme in programma dall’1 all’8 dicembre in sala e per la prima volta anche online, grazie alla piattaforma di Mymovies, annovera tra i momenti più attesi la seconda edizione del Premio Petri. Un riconoscimento pensato per omaggiare “un’opera contemporanea in cui sia evidente, ma non necessariamente esplicito, il lascito della eredità autoriale di Petri, con tematiche di denuncia sociale e politica in linea con il suo cinema, oltreché un originale uso del linguaggio cinematografico”. Sono 7 le pellicole selezionate per il Premio, si tratta di Hammamet, Spaccapietre, Non odiare, Volevo Nascondermi, Miss Marx, Favolacce e Padrenostro. Inoltre da quest’anno il premio si amplia, premiando anche un attore, il cui nome è ancora riservato e verrà reso noto nei prossimi comunicati.
Tra gli eventi del Festival, un nuovo momento da non perdere: “La prima volta di…”, ovvero la proiezione del film d’esordio di un regista. Per questo primo appuntamento, da non perdere, la visione di Fuga di Pablo Larraín, primo film del regista cileno che in Italia non ha avuto particolare distribuzione.
SECONDA EDIZIONE DEL PREMIO NAZIONALE ELIO PETRI – Lo scorso anno, in occasione dei 90 anni dalla nascita del regista Elio Petri, l’Associazione Porretta Cinema ha voluto lanciare un Premio intitolato a suo nome, in considerazione del rapporto speciale che ha legato il regista alla Mostra del Cinema Libero di Porretta Terme, dove nel 1971 insieme a Gian Maria Volonté presentò in anteprima mondiale La classe operaia va in paradiso, poi premiato con la Palma d’oro a Cannes.
Il Premio Nazionale Elio Petri è stato concepito dall’Associazione Porretta Cinema non solo al fine di una necessaria e doverosa commemorazione all’opera di Elio Petri, con l’intento di promuovere la valorizzazione e la conservazione del suo patrimonio cinematografico ed audiovisivo, ma anche per riconoscere e premiare un’opera rispondente ai criteri e valori della sua cinematografia.
Il Premio Petri, alla sua prima edizione, è stato assegnato, nel 2019, a Il Traditore di Marco Bellocchio.
La giuria, che da questa edizione premierà oltre a un film anche un attore, è presieduta da Walter Veltroni e composta da Steve Della Casa, David Grieco, Giacomo Manzoli, Alfredo Rossi insieme a Paola Pegoraro Petri e da quest’anno anche da Jean A. Gili, professore emerito dell’Università di Parigi, estimatore ma soprattutto caro amico di Elio Petri.
I film selezionati sono:
Hammamet di Gianni Amelio (126’- ITA, 2019);
Spaccapietre di Gianluca e Massimiliano De Serio (104’- ITA, 2020)
Non odiare di Mauro Mancini (96’ – ITA, 2020)
Volevo Nascondermi di Giorgio Diritti (120’ – ITA, 2020)
Miss Marx di Susanna Nicchiarelli (107’ – ITA, 2020)
Favolacce di Damiano e Fabio D’Innocenzo (98’ – ITA 2020)
Padrenostro di Claudio Noce (122’ – ITA 2020)
“In un anno difficile come quello che abbiamo vissuto la presenza di molti film che parlano di impegno sociale e che raccontano momenti chiave della storia e della cultura italiana non è certo casuale. Come nel dopoguerra, c’è voglia di riflessione e di fare i conti con il mondo che ci circonda, gli stessi ideali che animavano l’impegno politico e cinematografico di Elio Petri” così scrive Steve Della Casa membro della giuria.
I vincitori saranno premiati in occasione della serata conclusiva del Festival, martedì 8 dicembre al Cinema Kursaal di Porretta.
Il premio che verrà consegnato è un omaggio allo storico episodio in cui Elio Petri e Gian Maria Volonté, a Porretta per l’anteprima di La classe operaia va in paradiso, dopo la contestazione da parte del pubblico alla prima del film, lasciarono il cinema per parteciparono a un dibattito organizzato dagli operai della DEMM di Porretta, storica fabbrica che ancora oggi costituisce per il territorio un asset importante per l’economia locale.
LA PRIMA VOLTA DI… – Fuga di PABLO LARRAÍN – Il Festival da questa edizione introduce un nuovo momento, curioso e singolare dedicato al film d’esordio di un cineasta. Questo per mostrare l’evoluzione che un/una regista può attraversare nel corso degli anni e della propria carriera e anche per capire quanto dell’originalità e della visione dietro la macchina da presa che lo ha fatto/a conoscere possa essere rimasta intatta.
Per il primo appuntamento, Il Festival propone Fuga (2006) il primo film di Pablo Larraín.
Nato a Santiago, Pablo Larraín è uno dei migliori cineasti cileni; il suo cinema è frontale, i suoi film sono diretti, spesso aggressivi e inframmezzati da scene violente.
I suoi lavori sono caratterizzati dalla presenza del suo Paese così come dalla capacità di trattare in maniera singolare e da una insolita prospettiva le diverse tematiche protagoniste.
Sono tanti i riconoscimenti ottenuti a livello internazionale comprese due nomination ai Premi Oscar e ai Golden Globe per Neruda e Jackie.
SINOSSI
Eliseo Montalbán è un musicista intrappolato in una composizione incompiuta. Da piccolo ha assistito alla morte della sorella, uccisa sopra un pianoforte, e ha composto una melodia su questo tragico evento. Anni dopo, Ricardo Coppa, un musicista mediocre e senza talento, intraprende un viaggio alla ricerca di Montalbán e della sua dimenticata creazione musicale, con l’obiettivo di trasformare quella musica in una composizione propria.