CALCIO – Mercato: godiamoci la “meglio gioventù”

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Mihailovic  –  foto TuttoBolognaWeb

 

Ci sono tante polemiche sul mercato “immobile” del Bologna di Saputo. Sono ingiuste. A mio avviso. Con queste poche righe vi spiego il perché. A volte trattenere i migliori equivale a comprare top players. Queste considerazioni, del tutto personali, sono il frutto di una riflessione onesta e profonda.
Il mio sogno sarebbe avere una piccola casetta in Sicilia, la terra dei miei padri, che da bambino è stata la mia casa. Tutto ha un prezzo, però. La pandemia ha azzerato le entrate e ancora alcuni anni mi dividono dalla pensione. Insomma, ognuno di noi si impone un senso pratico, imperativo categorico, che è giusto e salutare avere. Poi, sì, è vero, l’Italia è il Paese del prestito selvaggio, una volta si parlava di cambiali, oggi di finanziarie. Per cui vedi in giro auto di lusso, case iper tecnologiche, piene di ogni comfort che impegnano persone dal reddito normale a lavorare e pagare fino alla fine dei propri giorni. Scelte. Io oggi guadagno pochissimo. Ma non ho debiti. Se mai ho crediti, ho aiutato questo e quello, quando le casse erano quasi floride. Non dovere denari mi fa stare tranquillo con la mia coscienza.
Lungo preambolo per parlare del mercato del Bologna. La famiglia Saputo ha un impero e lo ha creato secondo canoni di comportamento ben precisi. Mai il passo più lungo della gamba, i guadagni reinvestiti ma con attenzione, gli investimenti portano benefici a medio lunga scadenza. Ce l’hanno più che fatta con questo rigoroso comportamento.
Il Bologna, da questo punto di vista, è l’azienda calcistica più sicura per pianificare questo tipo di sviluppo graduale.
Passata brillantemente la grande paura, la navigazione è tornata normale.
Dovremmo guardare con occhio diverso il frutteto rossoblù. Ci sono piante ultra promettenti che crescono e cresceranno, sono sopravvissute all’innesto, grazie a ottimi agronomi. Sono un futuro neppure così lontano.
Ogni piantagione va curata, educata dicevano i latini. L’organizzazione raggiunta dal Bologna è un ottimo passo avanti. Poi ci sono gli imprevisti, le stagioni, il freddo, la siccità, i parassiti…
Tutto questo comporta una crescita, una maturità che anche i tifosi bolognesi devono dimostrare di avere. Godiamoci “la meglio gioventù”, facciamo la parte che dobbiamo fare, quella di voler bene a chi prende ottimi voti alla scuola della vita. Diamo fiducia a questo gruppo, la merita. Ci saranno i giorni di gloria e quelli dei bocconi amari. Tutto servirà. Si è fatto male Poli? Aspetteremo il capitano, i titolari non mancano, avrà spazio Baldursson, se servirà. C’è Kingsley se serve. Se n’è andato Bani, dispiace a tutti, ha fatto un bel campionato. Rilanciamo Calabresi, allora. Se serve. Non arriverà Supriaga, fa la Champions. Beh, se non ci sarà quel colpo finale, il last minute, sosterremo Santander, il Ropero che vuole restare qui. Due anni fa non era forse, negli slogan dei tifosi, meglio di Ronaldo?
Forse, in questo terribile 2020, il Bologna non è ancora pronto a fare un salto di qualità, dimostriamo di essere quello che ci sentiamo di essere. Un pubblico di primo livello, anche nella compostezza. È un passo verso l’ambizione. E non è per nulla scontato.

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