La Cultura (NON) si ferma in Appennino: Michela Monti

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Michela Monti

 

Ospite di questo appuntamento della rassegna virtuale organizzata da Monzuno e Loiano è Michela Monti, autrice romagnola di grande simpatia e vitalità.

Michela, amante e fruitrice di ogni forma artistica, è accanita divoratrice di manga, anime e serie tv e, per sua stessa ammissione, proprio questa sua passione ha ispirato quella che è ormai diventata una produzione letteraria decisamente originale e fuori dagli schemi, sapendo coniugare le tinte del thriller con aspetti fantascientifici di non facile rappresentazione e riuscendo a sposare alla perfezione due dei generi più ardui nel panorama editoriale.

Nel primo romanzo di Michela, dal titolo 83500 (Triskell Edizioni), la protagonista di un futuro distopico dovrà ripercorrere la sua giovinezza sfruttando il viaggio nel tempo e capire quale tragico errore ha commesso per finire in carcere ed essere condannata a morte.

Tra ricordi sbiaditi, sensazioni e una figlia mai dimenticata, ci troviamo di fronte ad una storia sulla seconda possibilità che può offrire la vita e sulla conoscenza di sé stessi, in una trama che avvince e tiene incollato alle pagine il lettore, condita di sorprese e inaspettati colpi di scena.

 

– Per Michela Monti, la scrittura è una passione e deve rimanere tale o sarebbe bello potesse trasformarsi in un vero e proprio lavoro, con tutte le conseguenze, le soddisfazioni e le possibili limitazioni del caso?

Il sogno enorme, complicato, faticoso è sempre quello: poter vivere con la propria creatività, sia che si tratti di scrittura, sia che coinvolga l’illustrazione, ma sono consapevole di tutte le difficoltà del caso. Questo non significa che io, testona maledetta, non ci provi lo stesso. Figurati. 

 

– Nel tuo romanzo, hai coniugato il genere thriller con quello fantascientifico, una scelta sicuramente non facile per il libro d’esordio. Come ti sei destreggiata nello sviluppare la trama, in questo senso?

E pensa che quando l’ho scritto ero lontanissima dal pensare che fosse un libro “strano”.

Lo so, sono fuori dal mondo. Per 83500 ho seguito la scia delle mie letture passate e delle mie idee, tutto qui. Poi in diversi punti è stata necessaria una documentazione più precisa, certo, come dati medici, geografici, meteorologici. 

Ho cercato il nome esatto del fiume Yadkin, nel North Carolina, per circa quattro ore, giusto per farti un esempio. 

Ma per la trama no, era tutta ben chiara in testa.

 

– Qual’è stata, nel caso, la difficoltà più grande del parlare di viaggi nel tempo?

Mantenersi coerente. Creare il giusto escamotage per parlare del viaggio senza sacrificare il rapporto tra passato e futuro.

Vuol dire tutto e niente, ma spiegarti di più sarebbe uno spoiler.

 

 

– C’è qualcosa di te, nella caratterizzazione emotiva della protagonista?

C’è qualcosa di me in tutti i personaggi, credo. Qualcosa che amo o che odio, a seconda del soggetto di cui si parla.

Certo, la protagonista ha diversi atteggiamenti miei (le mille domande, parlare prima di riflettere, voler sempre che sia tutto a posto per chiunque), ma allo stesso tempo siamo estremamente diverse sotto altri aspetti.

 

– Futuri distopici: in questo periodo, secondo te, la realtà supera l’immaginazione?

Credo che la realtà stia mettendo in crisi tutti gli autori, che scrivano distopico oppure no.

Pensiamo ai gialli e ai thriller: quanta della cronaca nera vista in questi anni si poteva pensare fosse possibile?

Ecco. 

Adesso c’è una pandemia che ha bloccato il mondo. A livello umano è una sfida da vincere per tutti, per chi racconta storie è uno stimolo a creare di più.

 

– Cosa pensi dei racconti? Ti sei mai cimentata nello scriverli?

I racconti mi piacciono, sono un bel mondo, e spesso danno idee interessanti che possono crescere, e diventare libri. Ne ho scritti pochi, alcuni pubblicati, altri no, ma mi ci sono sempre divertita. 

 

– 83500 te lo immagini anche su grande schermo, come film o anime?

Me lo immagino come un sogno che si realizza, sì, e penso lo facciano in molti col proprio libro. 

Sono una cinefila, disegno e leggo manga da una vita, però se dovessi scegliere tra film e anime… Cavolo, mi mandi in crisi.

Non so. Sono due mondi diversi, sarebbero rese e climi differenti, ma li amerei entrambi. 

Senti, se proprio potessi esagerare, chiederei tutti e due. Dal momento in cui si sogna, perché porsi limiti? 

 

Tante altre stuzzicanti informazioni sull’autrice potrete trovarle nel suo sito ufficiale: www.michelamonti.it

 

Foto dal web

 

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