APPENNINO E CORONAVIRUS: Prosegue la quarantena e la lotta contro il Covid-19

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Prosegue la battaglia degli italiani contro un nemico subdolo e invisibile. Un nemico che non avverte dei suoi attacchi e spaventa.

Un nemico che si può sconfiggere con volontà e responsabilità.

In questo momento, fatto di sacrificio e rinuncia a tutti quei semplici spostamenti e gesti che contraddistinguevano la vita di tutti i giorni di ognuno di noi, ciascuno si sente comprensibilmente privato di quel senso di libertà che davamo per scontato e che adesso bramiamo con ogni nostra forza.

Ma questa è anche l’occasione per essere uniti come non mai: per dimostrare a noi stessi e tutto il mondo che siamo degni di essere chiamati umani e poter assumere il ruolo di quegli eroi che siamo abituati a vedere solitamente al cinema.

Avere lo stesso animo puro e pensare al nostro futuro e alla luce che possa squarciare questo incubo quasi surreale.

Anche in Appennino, la quarantena ha calato temporaneamente il sipario su moltissime attività, eventi culturali e la vita sociale, prima di tutto.

Le giornate sembrano tutte uguali, permeate di quel senso di timore che pare non volerci ancora abbandonare, eppure qualcosa rimane vivo, nonostante tutto.

Essendo una delle poche persone cui è ancora consentito muoversi per motivi lavorativi, oltre al silenzio, alle serrande abbassate e alle vie deserte, Marzabotto (che è il comune che mi ha adottato da oltre trent’anni) non ha perso la sua identità di fiero combattente.

Ciò che ho potuto vedere, con orgoglio, è il mantenimento di tutte quelle regole necessarie per lasciarci alle spalle questo brutto periodo: la gente che entra ordinatamente al supermercato e fa una spesa necessaria, senza arraffare scelleratamente qualsiasi cosa, mentre attraverso le mascherine, cassiere e clienti sorridono ancora e hanno voglia di scambiare quattro chiacchiere, tentando di sdrammatizzare il quadro generale che ci ha avvolto e la nostalgia per quella routine, prima tanto detestata e adesso desiderata.

Le distanze di sicurezza vengono mantenute, le forze dell’ordine eseguono i controlli dovuto con diligenza e senza mai mostrarsi freddi o troppo severi nell’atteggiamento, ben comprendendo anche l’aspetto umano che si cela dietro la loro uniforme.

Le persone rimangono nelle loro abitazioni, trovando nuovi hobby, mettendo in ordine o facendo quello che possono ed ora più che mai, utilizzando i social network in maniera responsabile ed utile.

Dal punto di vista tecnico e organizzativo, anche il Municipio, pur chiudendo al pubblico, sta facendo il possibile per offrire i servizi essenziali al cittadino, tra numeri e indirizzi mail cui rivolgersi per qualsiasi dubbio o chiarimento e slittamenti straordinari per il pagamento della prima rata della tassa sull’immondizia.

È consolante sapere come la maturità abbia unito gli animi di tante generazioni, in questo paese già crudelmente martoriato dalla storia e dalla follia dell’essere umano.

Bello, da parte mia, osservare come la voglia di tenere duro e risollevarsi sia presente sotto tutti gli aspetti, senza permettere che la diffidenza nei confronti del prossimo prenda il sopravvento.

Volenti o nolenti, questo batterio ha costretto tutti a rivedere le nostre priorità e farci un esame interiore.

Ci ha obbligati a rimanere in casa con i nostri cari, a prenderci cura dei nostri figli o dei nostri amici a quattro zampe e ci ha messi in condizione di trovare il tempo per ciò cui normalmente non avevamo tempo.

Una situazione terribile, che forse ha gettato le basi per una rinascita generale e per risorgere ancora più forti, instaurando quel senso di comunità in un territorio vasto come il nostro, che sembrava essersi smarrito, inghiottito dalla frenesia della realtà che conoscevamo.

Una battaglia impari che stiamo combattendo nel migliore dei modi e la natura che ci circonda credo possa essere fiera del nostro comportamento.

Una battaglia ancora insidiosa che vinceremo, perché forse abbiamo recuperato la solidarietà e la fiducia reciproca che si era offuscata, accarezzando inoltre la nostra creatività interiore, per sostenerci e regalare un sorriso e accrescere quel barlume di speranza verso il domani.

Non posso che dire di essere fiero di far parte di questo comune, con tutti i suoi pregi e difetti, che si è unito all’intero nostro paese in modo da lasciare il Coronavirus fuori dalla porta e, ancora una volta, non posso che essere fiero del mio Appennino che, come le più grandi città, sta dimostrando maturità e organizzazione nell’affrontare e prendere di petto gli ostacoli.

Cammineremo a testa alta e torneremo a camminare all’aria aperta, nei nostri splendidi sentieri, ascoltando le risate dei bambini nei parchi giochi, pescando nei nostri splendidi laghi e senza alcuna paura di abbracciarci.

In queste ultime ore, dopo la riduzione di orario del Pronto Soccorso di Vergato e della Pubblica Assistenza di Vado, allo scopo di concentrare le forze su aree di maggior problematica, lo spirito di solidarietà e sacrificio (temporaneo) degli abitanti del territorio rimane comunque lo stesso, così come la capacità di adattarsi appunto ad esigenze collettive, pur disponendo di minori risorse rispetto a realtà più ampie.

Foto di Fabrizio Carollo

 

“I cittadini ringraziano, inoltre, la sindaca Valentina Cuppi per il video recentemente pubblicato sul gruppo Facebook “sei di Marzabotto se…”, nel quale esorta tutti a rispettare le regole di prevenzione espresse dal decreto Conte, rassicurando la cittadinanza sul futuro del paese e invitando a contattare il Centro Operativo Comunale per qualsiasi informazione ed esigenza urgente, grazie all’impegno di tutti i volontari presenti”.

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