Si riparla del collegamento Corno – Doganaccia

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“Finalmente torna in cronaca il progetto che collegherà il Corno alla Doganaccia…….”

 

E’ appena uscito un articolo su “Il Resto del Carlino “ odierno e già sono arrivate alcune mail sull’argomento già trattato più volte. Dico subito che in questo momento così preoccupante per la salute di tutti e per il commercio ci voleva una ventata di ottimismo, un pensiero che andasse al di là del corona virus.

Io non cambio idea e ripeto quanto già detto nel passato. Non voglio riprendere e ripetere discorsi sull’impatto naturalistico, sull’ambiente,  neve e non neve, ecc. sulle priorità. Ci sono di mezzo dei soldi, e tanti, quindi bisogna guardare alle cifre che sembrano aride, ma non lo sono quando toccano il portafoglio di tutti (il progetto è finanziato con fondi che arrivano da Governo e Regione).

Premessa – dobbiamo ragionare come quando si apre un negozio: prima fase con preventivi, carte bollate, permessi, licenze, ecc. Una seconda  con i lavori murari e di arredamento. Ed infine la terza, la più importante,  dedicata alla promozione, cioè a far conoscere il negozio ed a convincere la gente a venire a spendere.

Quindi per il progetto della funivia ci sarà la presentazione del masterplan definitivo, seguirà l’inizio dei lavori e la loro conclusione (non sarà a breve scadenza) con tutte le autorità, tante bandiere e tanti discorsi tutti ottimistici.  Ed infine partiranno i vari enti turistici, locali e regionali che dovranno rimboccarsi le maniche per far arrivare tanta gente al Corno.

A questo punto chiedo al sindaco Polmonari che completi quanto ha dichiarato con le risposte a queste domande:

  • costo del biglietto,
  • numero gli utenti nell’arco di due anni (il primo non fa testo…ci sarà tanta curiosità),
  • a chi toccherà la gestione dell’impianto (costi manutenzione e personale),
  • a chi spetterà il pagamento della navetta che collegherà la stazione d’arrivo della seggiovia /funivia con Lizzano,
  • a chi andrà il conto per pareggio di bilancio,
  • chi sceglierà le persone che si occuperanno della promozione turistica.

 

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Un commento

  1. Un particolare che forse è sfuggito. Come con l’apertura di un negozio, cosa si prospetta di vendere? Se la specialità del luogo si riduce alla Pasta Barilla ed ai sughi della Buitoni, l’attrattiva non è entusiasmante. Stiamo parlando di gastronomia. Ma anche altri comparti vanno valorizzati : storia, cultura ed ambiente. Abbiamo una serie di edifici storici anche religiosi in stato di semi abbandono o, almeno, fatti poco conoscere. Paesi con una storia plurisecolare se non millenaria che attendono solo una valorizzazione intelligente e in sintonia col il turismo del 3° millennio e tanto altro. Un avviso ai naviganti: si è sempre parlato di flussi turistici da Sud a Nord, ovvero dal pistoiese al Belvedere. Nessuno si è mai posto il problema che il flusso prevalente non sia da Nord a Sud ? Quindi quando si apre un negozio bisogna sincerarsi che la probabile clientela non vada in quello dall’altra parte della strada perché ha un miglior appeal .

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