Da contribuente per il Comune di Lizzano in Belvedere e quale epigono di una famiglia di Pianaccio, i Miglianti della Borella, oltre che appassionato delle zone del Corno, ho letto il testo di emergenza e stato di crisi del Belvedere inviato dalla Amministrazione alle competenti autorità.
Indubbiamente gli effetti deleteri di due avvenimenti quali la crisi climatica ed il coronavirus, hanno avuto ripercussioni drammatiche sull’economia della zona. La seconda, la nuova patologia made in Cina, ha, a mio avviso, un impatto più grave per il turismo dei mesi primavera-estate. Non so come reagiranno i bacini di utenza turistica nei prossimi mesi. Faccio alcune supposizioni. Chi è proprietario della casa di famiglia ed ha un profondo legame con il territorio, troverà il mezzo per allontanarsi dalle città e venire a trascorrere un po’ di tempo in zone meno affollate e, psicologicamente, più sicure. Sarà più difficile vedere arrivare frotte di occasionali turisti per sagre, feste ed altre manifestazioni con concorso di folle. Anche il turista straniero, vista la tendenza a scansare l’Italia come meta, sarà poco disposto a giungere qui. Un discorso diverso merita il collasso della attività sciatoria.
E’ da circa 31 anni che si stanno riducento le precipitazione nevose, che la temperatura media invernale è in continua ascesa causa la ormai scientificamente conclamata Crisi Climatica. Dai 5 mesi di totale copertura nivale, dai primi di Dicembre ai primi di Maggio, con metri di neve, si è progressivamente arrivati a pochi decimetri complessivi se non centimetri. Solo con il massiccio utilizzo dei cannoni sparaneve è ormai possibile tenere aperte dalle due alle quattro piste a seconda delle condizioni atmosferiche. Tutto questo per circa una decina di fine settimana, ammesso che siano tutti di bel tempo. Diciamo che l’attività sciatoria si riduce, nella migliore delle ipotesi, a venti giorni tra sabati e domeniche essendo la frequentazione infrasettimanale fatta da un numero modestissimo di fruitori. Questo trend negativo, causato dallo sconvolgimento climatico, è noto da tempo ed è facile prevedere che fra 10-15 anni le condizioni ambientali non saranno più favorevoli allo sport sciistico nella zona del Corno.
Dinnanzi ad una simile situazione cosa si è fatto in un trentennio per creare altre opportunità turistiche atte a richiamare differenti fruitori delle nostre zone ? In pratica nulla. Si è continuato a parlare di sci, di seggiovie quadriposto, di fantasiosi collegamenti, di notevoli appori economici. Tutto questo grazie a cospicui investimenti di danaro pubblico. Chi ha dimestichezza di Antropologia sociale o, almeno ha letto sui giornali, cosa avviene nelle società fragili e di scarso reddito, capisce subito cosa vi è di anomalo nel dipendere dalla mano pubblica per risolvere i propri problemi da parte di queste società. E’ una delle due strade per credere di risolvere i propri problemi. L’altra è partecipare a lotterie, riffe, giochi d’azzardo più o meno pubblici.
Diciamo come va detta : l’intervento pubblico è l’altra faccia della medaglia della risoluzione miracolistica dei propri problemi. Detta, chiamiamola, idea fondamentale, ha fatto passare in sencond’ordine, anzi, messo nel dimenticatoio una intossiacazione collettiva durante il Ferragosto per acque non salubri fornite da uno degli acquedotti, seguite, poi da un’ordinanza comunale di potabilizzare le acque di alcuni acquedotti mediante lunghe bolliture. Non si è neppur presa in considerazione la pubblicità negativa di tali fatti comparsi sui media. Nel contempo si assisteva alla chiusura di attività produttive e di riduzione demografica con la fuga dei giovani.
Senza voler cancellare lo sci dalle proposte turistiche del Belvedere, fin che sarà possibile, chiudo questa mia illustrando quelle che sono per me le vie da percorrere per riportare linfa vitale nel Comune di Lizzano e, forse, nell’intero comprensorio gravitante sull’Alto Reno.
1°) Centri di studio anche universitari, di meccatronica, di programmazione informatica ed altro .
2°) Valorizzare e pubblicizzare le antiche vie transappenniniche nell’ottica della Via degli Dei
3°) Gite programmate di visita accompagnata ai luoghi di culto dell’Alto Appennino
4°) Pubblicizzare quelle zone con emergenze geologiche, storiche ed ambientali con eventuali piani di gita organizzata. Far conoscere le nostre zone atte alla pratica del Boulder Climbing
5°) Elaborare strategie per far sì che vengano impiantate attività produttive, anche modeste, sul territorio. Si pensi che nel territorio del Belvedere non vi è un solo panificatore, fornaio. La filiera : agricoltore che coltiva grani, talvolta antichi; mugnaio con mulino a pietra, oggi di gran voga; fornaio che produce tutto ciò che è possibile fare con le farine, non sarebbe una strategia di sintesi fra lavoro ed apporto economico ?
Ma ciò non può dipendere solo da Amministratori o mondo politico, se manca lo spirito imprenditoriale, anche modesto, una società sarà sempre più dipendente da soluzioni miracolistiche elaborate da altri a proprio vantaggio e, spesso, a danno dei presunti beneficiari. Si colga pertanto il tempo che questa crisi causata da una epidemia e dallo sconvolgimento climatico per impostare le basi di un rilancio culturale ed economico del Belvedere .
Ettore Scagliarini
La lettera inviata dal Sindaco :