Direi che fosse inevitabile (o ineluttabile, come va di moda ora) che l’ultima recensione di questo arduo 2019 riguardasse uno dei film più attesi da parte di giovani e più mature generazioni.

La conclusione di una saga durata quarantadue anni, tra picchi di cinema immenso e discese in picchiata verso il baratro del ridicolo.

Tre trilogie che hanno visto alternarsi registi, attori e cast tecnico, pur mantenendo i nomi dei creatori, per raccontare la storia delle storie. L’eterna lotta tra bene e male, in quella galassia lontana lontana, dove Impero e Resistenza si sono affrontati senza esclusione di colpi.

Star Wars ci ha fatto meravigliare, ridere, piangere e alla fine, volenti o nolenti, ci ricorderemo per sempre dei personaggi che ci hanno tenuto compagnia in queste quattro decadi, affezionandoci alla sbruffoneria di Han Solo, piuttosto che all’audacia di Luke Skywalker e Obi Wan Kenobi o ancora alle gag dei sempre presenti C-3PO e R2-D2.

Kylo Ren

 

Dopo il pessimo, a parer mio, ottavo capitolo diretto con mano insicura da Rian Johnson, che ha voluto consciamente rivoluzionare la storia alla quale eravamo abituati, non rendendosi forse conto di ciò che davvero rischiava di fare, il nostro più esperto J.J. Abrams (già regista dell’ottimo Il risveglio della Forza) decide di tornare alla poltrona di Director e assumersi l’enorme rischio di chiudere una saga nel modo migliore, non deludendo le aspettative di miliardi di fans in tutto il mondo.

Ebbene, com’è stato questo capitolo nove?

Beh, personalmente, posso dire che STAR WARS – L’ASCESA DI SKYWALKER è un film davvero potente e fa pace con il capitolo precedente, prendendone per mano i grossi difetti ed eliminandoli o aggiustandoli, portando lo spettatore alla degna fine di una vicenda appassionante, salutando i nostri personaggi preferiti nella maniera più giusta e bella.

Lando

 

Siamo di fronte alla battaglia finale.

Il confronto definitivo tra la Resistenza e il temibile Primo Ordine è alle porte e mentre i guerrieri del bene sono spaventati e smarriti di fronte al ritorno confermato del malvagio Imperatore Palpatine (un Ian McDiarmind sempre luciferino e sinistro, perfetto nel ruolo della sua vita), la giovane apprendista Jedi Rey deve decidere quale lato della Forza abbracciare e scegliere quale ruolo giocare nella salvezza o devastazione della galassia.

In un susseguirsi di scene d’azione realizzate in maniera ineccepibile, sia dal punto di vista degli straordinari effetti visivi e speciali che da quelli del comparto stuntman, STAR WARS – L’ASCESA DI SKYWALKER ci porta immediatamente nel pieno ritmo della storia e, pur facendoci conoscere personaggi nuovi a cui ci si affeziona sin dalla prima scena, l’attenzione del pubblico si concentra sul rapporto tra Rey e Kylo Ren, entrambi estremamente tormentati, in perenne lotta con un pesante conflitto interiore che sembra divorarli.

Entrambi di fronte a un bivio e la decisione su quale strada prendere sarà data da duelli di Lightsaber coreografati in maniera egregia e dialoghi da antologia.

Non esagero a dire tutto questo, anche se effettivamente posso essere ancora contagiato dall’entusiasmo della recente visione.

Palpatine

 

Adam Driver nel ruolo del villain con un’anima, si conferma uno dei migliori talenti recitativi in circolazione e quasi è un peccato sapere che dovremo salutare il personaggio che sicuramente lo ha reso più famoso agli occhi del mondo, aprendo all’attore la strada ad altri ruoli, più impegnativi e di spessore.

Per quanto riguarda invece la bellissima Daisy Ridley nel ruolo della sensibile ma determinata Rey, la mia paura è quella che resti relegata nei panni di questo personaggio e non sia più capace di reinventarsi, come d’altronde è successo a molti protagonisti e comprimari di Star Wars.

Rivediamo con piacere C-3PO ed R2-D2, ma anche BB8, Chewbecca, Poe Dameron e Finn (questi ultimi decisamente più approfonditi, sia nella loro amicizia, che nel ruolo decisivo nella battaglia finale), così come tornano Leia Organa, Luke Skywalker e persino Lando Calrissian (un Billy Dee Williams invecchiato, ma sempre simpatico e perfettamente calato nel ruolo del bizzarro ex contrabbandiere) che torna a pilotare quel Millennium Falcon in grado di darci ancora grandi brividi nelle sue evoluzioni.

C’è anche un gustoso cameo, che però non vi spoilero e una scena che penso possa essere completamente apprezzata solo nella versione in lingua originale.

Rey

 

Alternando lotte adrenaliniche, importanti rivelazioni e momenti davvero toccanti, STAR WARS – L’ASCESA DI SKYWALKER conduce a un finale che aspettavamo con ansia e che, forse, è l’inizio di una nuova storia, anche se credo sia giunto ormai il momento di allontanarci da quel mondo meraviglioso e lasciarlo nei ricordi che esso ci ha regalato per così tanto tempo, chiudendo il cerchio, grazie anche e soprattutto ad un Abrams appassionato e in perfetta forma creativa.

Al solito, le musiche di John Williams esaltano la potenza di tutta la pellicola e poco importa, in fondo, se i richiami al Ritorno dello Jedi sono più che evidenti e se il tanto atteso ritorno di Palpatine non sia stato spiegato a dovere.

Lo spettatore trova risposta a tutte le domande che si è posto e torna a sollevarsi dopo lo sconforto causato dal capitolo otto e sì, c’è qualche piccolo difetto nella storia, qualche minuscolo buco nello svolgersi della trama e qualche scelta che poteva forse essere meglio rappresentata, ma sono solo dettagli.

STAR WARS – L’ASCESA DI SKYWALKER ha accontentato tutti, grandi e piccini, in una sala strapiena nella quale mi ha fatto davvero piacere trovarmi.

Anche se ho già avuto modo di leggere recensioni non troppo entusiastiche su questo capitolo finale, trovo comunque interessante il fatto che la storia abbia diviso una parte dei fan, perché questo stimola riflessioni e discussioni e fa comunque parte della magia della settima arte.

Una magia che è tornata potente come la forza e sono sicuro durerà in eterno, perché saghe come quella di STAR WARS alimenteranno i sogni e le speranze di tante persone ancora negli anni a venire, com’è giusto che sia e com’è giusto che il cinema debba fare, in quello che è forse il suo più grande scopo.

E che la Forza sia con tutti voi. Sempre.

 

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