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A fine giugno le imprese femminili erano 84.861, con una lieve flessione (-0,3 per cento) rispetto a un anno prima. Nonostante l’eccezione del sensibile calo del commercio al dettaglio (-3,0 per cento), crescono solo i servizi (+0,4 per cento). Ancora in negativo prosegue l’ampia contrazione delle imprese in agricoltura.
Al 30 giugno scorso le imprese attive femminili erano 84.861, pari al 21,2 per cento del totale delle imprese regionali, con una lieve flessione (-215 unità, pari a un -0,3 per cento) rispetto alla stessa data del 2018. Va peggio per le imprese non femminili che accusano ancora una flessione più ampia (-0,9 per cento, -2.963 unità). È quanto risulta dai dati del Registro delle imprese delle Camere di commercio elaborati da Unioncamere Emilia-Romagna.
Da tempo la demografia delle imprese mostra un andamento migliore a livello nazionale. In particolare le imprese femminili sono aumentate in otto delle regioni italiane e in Italia sono rimaste sostanzialmente invariate. L’incremento è stato più rapido nel Lazio (+1,0 per cento). L’Emilia-Romagna è risultata decima per “variazione”. Nelle regioni con le quali l’Emilia-Romagna più spesso si confronta, le imprese femminili risultano in aumento dello 0,5 per cento in Lombardia e dello 0,3 per cento in Veneto, mentre si riducono in Toscana (-0,4 per cento) e in Piemonte (-0,7 per cento).
I settori di attività economica. La lieve flessione della consistenza delle imprese femminili deriva dalla composizione di tendenze ampiamente divergenti. Da un lato, quella positiva dell’insieme degli altri servizi (+706 unità, +1,8 per cento) costituita soprattutto dai servizi alla persona, attività immobiliari, supporto per le funzioni d’ufficio e alle imprese, attività di direzione aziendale e di consulenza gestionale, escluso il commercio. Dall’altro, infatti, quella negativa derivante dalla riduzione della base imprenditoriale nel commercio (-486 unità, -2,2 per cento), determinata dal solo dettaglio, e nell’agricoltura (-359 unità, -2,9 per cento), mentre la consistenza delle imprese flette in misura più contenuta nell’industria (-0,9 per cento) e resta sostanzialmente invariata nelle costruzioni.
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La forma giuridica. Anche tra le imprese femminili le società di capitale continuano a aumentare rapidamente (+531 unità, pari a un +3.6 per cento), anche per effetto dell’attrattività della normativa delle società a responsabilità limitata semplificata (+366 unità +18,2 per cento), che contribuisce alla sensibile riduzione delle società di persone (-308 unità, -2,4 per cento), alla quale si è affiancata una più lenta, ma più ampia flessione delle ditte individuali (-420 unità, -0,7 per cento). Le cooperative e i consorzi fanno registrare anch’esse una sensibile contrazione (-1,3 per cento).