Il sindaco commenta: “La comunità ha fatto emergere il problema. Che nessuno pensi che si possa venire a delinquere impunemente sul nostro territorio.
E chiarisce: “Il “Fornello” non era una casa famiglia bensì una comunità alloggio autorizzata dagli enti preposti.”
Il consiglio comunale di San Benedetto, nella seduta del 22 febbraio 2019, ha approvato all’unanimità un ordine del giorno con cui impegna il Comune a costituirsi parte civile nell’eventuale procedimento penale che verrà avviato a carico del titolare della comunità alloggio “Il Fornello”, se ce ne saranno i presupposti e le condizioni giurisprudenziali.
Nella delibera i consiglieri esprimono la loro solidarietà e vicinanza agli ospiti della comunità alloggio “Il Fornello” e ai loro familiari e ringraziano tutti coloro che in diversa maniera e nelle diverse fasi hanno lavorato con diligenza e serietà affinché questa orribile vicenda potesse essere consegnata alla giustizia: i Carabinieri, le altre forze di Polizia Locale, i collaboratori del Comune e dell’Unione, l’intero sistema dei servizi sociali e sanitari territoriali nonché le strutture del territorio che, in un’ottica di solidarietà, si sono immediatamente rese disponibili con posti letto ed assistenza.
Dopo i primi momenti di sconcerto in cui la priorità è stata trovare una sistemazione alle vittime di questi abusi, tutelarne la tranquillità e proteggerle anche dal clamore mediatico che la vicenda ha generato, il sindaco di San Benedetto Val di Sambro Alessandro Santoni spera che da questa vicenda passi il segnale: nessuno pensi in futuro di commettere impunemente reati in una comunità sana e forte.
«Se il problema è emerso è stato grazie al coraggio dimostrato da chi mi ha segnalato alcuni sospetti di cui ho prontamente informato le forze dell’ordine. È un segno di fiducia nei confronti della serietà delle istituzioni. Da qui le indagini che hanno fatto emergere la condotta disumana di un imprenditore che pensava di poter agire indisturbato su questo territorio e poterlo abusare. Non è così: spero passi il messaggio che la nostra è una comunità di persone per bene che non tollerano certi comportamenti».
Il sindaco spiega poi che la volontà espressa dal consiglio di costituire il Comune parte civile nel processo, qualora se ne verifichino le condizioni, è un atto dovuto per rispetto degli ospiti, delle loro famiglie e di una comunità che non può essere messa in cattiva luce da questi eventi atroci e terribili.
L’ultimo chiarimento doveroso, secondo il primo cittadino, riguarda il fatto che la struttura “il Fornello” non era una casa famiglia (come più volte erroneamente riportato in questi giorni da alcuni media), per la quale effettivamente le modalità di gestione sono semplificate e per le quali sono in corso di approvazione regolamenti più severi, ma una comunità alloggio, per le quali è già previsto dalla normativa regionale (dgr 564/2000) un percorso autorizzativo che nei fatti è stato completato dagli enti preposti nel maggio 2018 con la verifica dei requisiti richiesti per questo tipo di attività.