APPENNINO: Finanziati dal GAL dell’Appennino bolognese 42 progetti di riqualificazione di piccole imprese

 Si tratta di imprese commerciali, artigiane e di servizio della montagna. Contributi per 1.408.858,37 euro

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 Quasi un milione e mezzo di euro a fondo perduto per finanziare quarantadue progetti di innovazione e di riqualificazione di altrettante piccole imprese commerciali, artigianali e di servizio del territorio della collina e della montagna bolognese. E’ quanto ha deliberato il Consiglio di amministrazione del Gruppo di Azione Locale (GAL) dell’Appennino bolognese che nei giorni scorsi ha approvato la graduatoria delle domande di finanziamento presentate sul bando riservato alle imprese non agricole. Le domande presentate sono state 58. Di queste 16 non sono state ammesse essendo pervenute fuori tempo massimo o non attinenti alle finalità del bando o carenti dal punto della documentazione. Quarantadue quelle finanziate.

“E’ la prima volta che il GAL destina una quota di risorse al finanziamento delle piccole imprese commerciali, artigianali e di servizio. Nelle precedenti programmazioni – ha commentato il Presidente del GAL Tiberio Rabboni – i destinatari erano esclusivamente imprese agricole. Abbiamo compiuto questa scelta perché sappiamo che le piccole imprese non hanno altre forme di aiuto all’investimento aziendale e perché siamo convinti che la loro riqualificazione ed innovazione costituisca una leva importante per favorire la permanenza in loco della popolazione residente e per una rinnovata attrattività turistica della montagna, in particolare con l’offerta di un nuovo turismo degli itinerari, delle pratiche sportive all’aria aperta, dell’ambiente, della biodiversità e delle tradizioni culturali ed enogastronomiche. L’elevato numero di domande finanziate e pervenute e la vasta gamma di settori coinvolti ci confermano la validità della scelta compiuta”.

Le aziende finanziate coprono un’ampia fascia di categorie merceologiche e si trovano in diversi comuni dell’Appennino bolognese: 9 in quello di Alto Reno Terme, 6 a Monghidoro, 5 a San Benedetto Val di Sambro, 4 a Gaggio Montano, 3 a Castiglione dei Pepoli, 2 rispettivamente a Monzuno, Loiano, Grizzana Morandi, Vergato e Savigno di Valsamoggia, e 1 rispettivamente a Castel di Casio, Castel d’Aiano, Marzabotto, Casalfiumanese e Borgo Tossignano.

Tra di loro ci sono ristoranti, bar e gelaterie che rinnovano o ampliano i locali, alberghi che ristrutturano gli spazi e realizzavano navette per i clienti ed altri servizi, macellerie che  riqualificano, ampliano o diversificano le attività tradizionali, forni e laboratori di pasta fresca o di prodotti montanari tipici che investono in nuove attrezzature e in nuovi servizi di commercializzazione, estetisti e parrucchiere che innovano,  libero professionisti che riqualificano locali e servizi, un produttore di cialde che investe su nuovi prodotti, farmacie che si riqualificano, un maneggio che realizza una tettoia per l’equitazione al coperto, un distributore che crea un servizio di noleggio bike, una piscina estiva che si rinnova, un operatore biologico che investe nella produzione di confetture, una casa di riposo che si ristruttura, una tabaccheria che diventa anche pizzeria, un negozio di elettrodomestici che investe nell’abbattimento delle barriere architettoniche, imprese di trasporto, della gestione del verde o meccaniche che acquistano nuove attrezzature o  macchine operatrici. Tutti con un comune denominatore: migliorare la propria attività per una migliore redditività e per una montagna sempre più vitale ed attrattiva.

 

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