Da tempo assistiamo ad un balletto di ricerca del colpevole dell’inquinamento atmosferico. Dapprima si è partiti lancia in resta contro i camini aperti senza specificare quanti siano, ove siano localizzati e quali siano i giorni del loro utilizzo. Conseguentemente chiarendo quali inquinanti vengano immessi nell’atmosfera da questi arcaici sistemi di riscaldamento. Dopo è iniziata la campagna contro veicoli alimentati a gasolio e a benzina impedendo a una sensibile parte della popolazione di potersi muovere. In detta imposizione ci si è dimenticati di controllare quale sia l’apporto, in termine di inquinamento, da parte dei veicolo di uso pubblico. Da anni assistiamo al refrain laudativo nei confronti degli autoveicoli alimentati a GPL o a Metano. Sembrava che dai tubi di scarico di detti motori così alimentati uscisse solo aria profumata, ossigeno e balsami medicamentosi. Un attento esame certifica, invece, che detti propulsori così alimentati inquinano come quelli diesel o a benzina. Anche i veicoli ibridi non godono di grandi simpatie, almeno per il parcheggio. L’ultima spiaggia restano i veicoli con propulsione elettrica o ad idrogeno. Anche qui ci si dimenticano alcuni particolari. Nel caso dell’idrogeno, la produzione di detto gas richiede una quantità energia notevole. Quali fonti energetiche si utilizzerebbero? Centrali nucleari o centrali termiche a gas o a petrolio. Il problema non viene risolto, viene solo spostato con l’aggravante del problema di stoccaggio e distribuzione di tale gas che, non dimentichiamoci, può comportarsi da esplosivo. Ugualmente con l’elettrico. Se si fa un conteggio di quanto combustibile necessitano quotidianamente alcune decine di milioni di veicoli che si muovono e lo si traduce in produzione elettrica, ci si può render conto di quante centrali elettriche dovrebbero essere impiantate, per non parlare della distribuzione di tale corrente elettrica in termini di palificazioni, adeguamento della rete ad un sensibile aumento del consumo elettrico ecc. ecc. . Concludendo: si ha l’impressione che un problema estremamente articolato e complesso quale quello dell’inquinamento atmosferico, si tenda a “risolverlo”in maniera parziale e semplicistica. Vale il detto:”I problemi più difficili e complessi hanno soluzioni semplici, immediate e sbagliate”. C.V.D.
Ettore Scagliarini