I Carabinieri della Stazione di Calderara di Reno, coadiuvati dalla Polizia Municipale, dal personale della “Prevenzione e Sicurezza negli Ambienti di Lavoro” dell’AUSL di San Giovanni in Persiceto – Area Ovest e dai Vigili del Fuoco, hanno eseguito una serie di controlli finalizzati alla tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro, con particolare riferimento alle aziende tessili amministrate da cittadini cinesi.

Tra queste, una era già stata controllata ad agosto dai Carabinieri e in quell’occasione erano state trovate diverse anomalie di carattere amministrativo e penale. La nuova “visita” degli operanti era pertanto mirata a verificare se il datore di lavoro si fosse adeguato alla normativa italiana. Tale adempimento non c’è stato, anzi, il personale ispettivo si è visto costretto a prendere nuovi provvedimenti nei confronti del titolare dell’azienda, a causa della mancanza di una serie di requisiti di natura logistica, amministrativa e sanitaria. I Vigili del Fuoco hanno “piombato” il contatore del gas per tutelare i dipendenti da un eventuale scoppio dovuto a delle irregolarità dell’impianto. Per non parlare di alcuni abusi edilizi scoperti dalla Polizia Municipale.

Un’ulteriore conferma che il lavoro nero è radicato nel territorio e che gli operai non vengono tutelati da chi li “assume” è giunta quando i Carabinieri e il personale civile dell’Ispettorato del Lavoro di Bologna, sono andati a controllare un’altra ditta situata nel centro cittadino di Calderara di Reno. All’interno dell’azienda c’erano quattro clandestini cinesi di 36, 38, 40 e 54 anni. Dato che nessuno di loro aveva il permesso di soggiorno, il
responsabile è stato denunciato all’Autorità Giudiziaria.

Entrambe le ditte confezionavano abiti per un’azienda italiana situata a Bologna.

A Calderara di Reno, infine, i Carabinieri della Compagnia di Bologna Borgo Panigale, oltre al supporto dei funzionari civili dell’Ispettorato del Lavoro e a quello della AUSL, sono stati coadiuvati anche dalla Polizia Municipale e dai tecnici comunali. Durante l’ispezione di una ditta sono stati identificati cinquantotto lavoratori, quasi tutti cinesi, a parte cinque pakistani. Tra questi, un operaio cinese era stato assunto pur essendo irregolare sul territorio italiano e per questo motivo, il titolare dell’azienda, cinquantaseienne cinese, oltre ad essere pesantemente sanzionato per le irregolarità riscontrate, è stato anche denunciato
all’Autorità Giudiziaria. L’azienda veniva gestita con metodi arcaici e gli operai erano stati privati di qualsiasi diritto, come il riposo settimanale e la dignità di lavorare in un ambiente decoroso. Sono state rilevate anche delle violazioni edilizie perché alcune stanze erano state trasformate in camere, così da sfruttare meglio la manodopera, a discapito delle condizioni di salute, precarie e a rischio di diffusione di malattie, specie quelle infettive.

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