Purtroppo per il nostro territorio, il progetto sperimentale “Divertor Tokomak Test (DTT)” relativo allasperimentazione dellafusione nucleare, verrà realizzato non al Centro Enea del Brasimone, bensì nei pressi di Frascati (Roma), presso i laboratori del Centro Ricerche Frascati dell’ENEA stesso. Il nostro Appennino perde quindi un investimento di circa 500 milioni di Euro che avrebbe generato attività sperimentali per 25 anni con un impatto particolarmente consistente anche dal punto di vista socioeconomico sul territorio montano coinvolto, per effetto dell’attrazione di 250 ricercatori e dell’attivazione di cantieri e forniture, di attrazione di aziende impiantistiche di elevata specializzazione scientifica e tecnologica con conseguenti impatti anche dal punto di vista occupazionale, misurati complessivamente in circa 1600 unità.
Il M5S in consiglio metropolitano ha proposto una risoluzione in cui si impegnava il sindaco metropolitano a richiedere formalmente alla regione Emilia Romagna di destinare comunque al territorio montano i 25 milioni di Euro che erano previsti come investimento aggiuntivo in caso di attivazione del progetto di ricerca sulla fusione nucleare. Le possibilità di impiego ipotizzabili sono molteplici considerando la situazione in cui riversano i servizi pubblici essenziali di numerose aree montane e vanno dall’adozione di misure di agevolazione e semplificazione fiscale per gli insediamenti produttivi, all’applicazione dell’aliquota IRAP nella misura minima ammissibile per le imprese giovanili, dal sostegno alla ricerca e all’innovazione e lo sviluppo delle reti di telecomunicazione e dei servizi telematici.
Una richiesta semplice e di buon senso.
Nonostante questo, i consiglieri metropolitani di maggioranza hanno votato contro questa proposta senza neanche degnarsi di motivarne responsabilmente la decisione.
È da considerarsi in generale abbastanza grave l’assenza di discussione che spesso si ravvisa durante le sedute di questo consiglio, luogo che invece sarebbe deputato proprio al confronto ed al contradditorio, ma diventa non tollerabile un atteggiamento di menefreghismo e di insofferenza nei confronti di chi cerca di svolgere a pieno il proprio ruolo di consigliere, pur appartenente alla minoranza e pur in carica in un organismo elettivo di secondo livello.
Si rileva quindi l’incapacità di molti rappresentanti del PD locale di comprendere le recenti scelte elettorali degli italiani che hanno palesemente bocciato il modo arrogante e presuntuoso dei politici alla guida della nazione.
Occorrerà aspettare ancora qualche anno, ma prima o poi anche nei comuni dell’area bolognese i cittadini daranno un chiaro ed inequivocabile segnale di cambiamento di rotta e accelereranno la comprensione dello stato delle cose agli attuali e storici amministratori locali.