SASSO MARCONI: “Oro verde” tra i banchi di scuola

Vince un premio nazionale l’olio extravergine prodotto dagli studenti di Sasso Marconi

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Incontro celebrativo con assaggio

Venerdì 18 maggio 2018 – ore 18 – Sala municipale Renato Giorgi

Piazza dei Martiri – Sasso Marconi (BO)

 

L’olio prodotto dall’Istituto Professionale Agrario B. Ferrarini di Sasso Marconi (sede distaccata dell’Istituto Serpieri) ha ricevuto il secondo premio nazionale del concorso PANDOLEA, organizzato insieme a GAMBERO ROSSO.

 

Il riconoscimento è stato consegnato a insegnanti e ragazzi durante una cerimonia a Roma presso il Ministero dell’Agricoltura il 20 aprile scorso, quando l’extra-vergine di Sasso Marconi è stato selezionato e premiato con il “Diploma d’Argento” come secondo miglior olio evo italiano tra quelli prodotti dalle scuole di agraria.

Si tratta di un blend ricavato dai frutti di una ventina di ulivi di qualità Moraiolo, Leccino e Ascolano, oltre ad alcune varietà autoctone del bolognese (coltivate in due campi sperimentali), piantumati una decina di anni fa nel terreno della scuola e curati dagli studenti dell’Istituto Ferrarini nell’ambito delle attività didattiche.

Da un paio d’anni gli alberi danno frutti sufficienti per una piccola produzione (una trentina di litri), gli studenti si occupano della cura del terreno, delle piante e della raccolta, mentre per la spremitura ci si avvale del frantoio del CNR di Bologna.

L’area di Sasso Marconi era storicamente vocata alla coltivazione dell’ulivo, interrotta intorno al ‘700 per inverni troppo rigidi e grandi necessità di foraggio, che fecero propendere gli agricoltori locali verso altre colture. Nei primi anni 2000 incentivi alla reintroduzione dell’ulivo hanno reso possibile tornare a produrre olio di qualità anche sulle colline marconiane e l’IPAA Ferrarini di Sasso Marconi ha preso la nuova sfida molto seriamente.

L’occasione è dunque interessante per festeggiare insieme alla scuola questo importante riconoscimento, per assaggiare il frutto del lavoro di ragazzi e insegnanti e per approfondire il valore della biodiversità e della produzione tipica in un contesto di economia locale e di marketing territoriale.

Appuntamento dunque con l’assaggio guidato dell’olio di Sasso Marconi venerdì 18 maggio alle ore 18, presso la sala municipale Renato Giorgi, insieme ai docenti del Ferrarini, agli amministratori locali, agli esperti dell’Alma Mater e del CNR di Bologna, e ai ragazzi protagonisti di questa bella avventura.

L’evento è organizzato da Città di Sasso Marconi e IPAA B. Ferrarini/Serpieri, con il patrocinio della Regione Emilia-Romagna e con la collaborazione di CNR, UNIBO, SLOW FOOD.

 

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Un commento

  1. Non so quanti lettori siano al corrente che Bologna, e dintorni, erano noti al mondo, siano alla fine dl XVII secolo per la produzione di olive “più grandi di quelle di Spagna” e dell’olio di oliva . Alcuni toponimi lo certificano ancor oggi “Monte Uliveto” tanto per citarne uno . Furono le spaventose gelate del primo ventennio del 1700 a mettere in ginocchio questa attività . Eravamo nel pieno della P.E.G. ( Piccola Età Glaciale ) con il Tevere gelato per parecchi mesi, i circhi con elefanti a Londra sul Tamigi ghiacciato e, incredibile, le foci del Nilo ghiacciate . Gli ulivi del bolognese subirono ana batosta micidiale . Ci fu, invece, una pianta che dimostrò di essere piuttosto “tosta”: il vitigno del Trebbiano ! Detta cultivar si diffuse, con varie denominazioni, Saint Emilion in Francia ed altre in altre zone, sempre Trebbiano era ed è . Purtroppo molti non sanno valorizzare il prodotto di questa vite che, se lavorato come Dio comanda, da un vino di eccellente qualità . In passato il vino Trebbiano veniva miscelato con l’albana essendo questo vino un po’ “piatto” per i gusti emiliano-romagnoli e renderlo un po’ più brioso . Comunque : bravi ragazzi, ricordate che l’uomo sopravvive, e bene, se gli agricoltori e gli allevatori fanno bene il loro mestiere . Un’ultima chicca : vi sono piatti della gastronomia bolognese che tradizionalmente richiedono l’olio di oliva mentre a nord , Modena, Reggio ecc. detto grasso viene sostituito dallo strutto . Le antiche costumanze sono dure a morire !!!

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