Un nuovo ingresso nella Redazione di Reno News: Ettore Scagliarini, nostro assiduo e costante lettore, spesso pungente con attente e approfondite osservazioni, ha accettato il mio invito ed è entrato a far parte dei collaboratori. Inizia con un editoriale che ci porta in evidenza un fatto molto attuale e spesso presente sui quotidiani: i pensionati.
TRE PICCIONI CON UNA FAVA
Da alcuni giorni sto leggendo analisi, interviste e resoconti sul problema dei pensionati italiani che decidono di andare a vivere all’estero . E’ un trend in crescita quasi esponenziale . Le ragioni di fondo sono principalmente l’impossibilità di condurre una vita dignitosa con il livello pensionistico erogato, l’abnorme tassazione sulle modeste cifre che queste persone percepiscono e, spesso, l’impossibilità di poter disporre di un appartamento adeguato alle proprie necessità a prezzi accessibili sia in affitto che in acquisto . La perdita economica annuale per lo Stato Italiano è, oggi, attorno ai 18 miliardi ; stante la continua fuga questo esborso continuerà a salire nella previsione tra un 10 ed un 15 % annuo . Questo è uno dei gravi problemi che l’Italia dovrebbe tentare di risolvere . Il secondo, molto più complesso, anche a livello economico-sociale, è la fuga dei giovani, anche questa in continua crescita e che comporta sulla base di 100.000 espatriati un esborso di circa 27 miliardi, il terzo è legato alla dipartita di tecnici di età compresa tra i 35 ed i 55 anni . E’ un fenomeno avente origini abbastanza recenti e difficilmente quantificabile ma parlare di alcune migliaia di persone con una conseguente perdita di capacità professionali e di apporto produttivo sia quanto mai logico . Limitiamoci al primo argomento : la fuga dei pensionati considerandolo il primo piccione. Mettiamo ora fuoco il secondo piccione : l’abbandono di molte aree montane della penisola . Focalizziamoci sull’Appennino Bolognese, non sarà difficile espandere taluni concetti ad altre analoghe aree geografiche . Qui ci troviamo dinnanzi ad un processo di emarginazione protrattosi da parecchio tempo . Vi sono stati tentativi di frenare questa emorragia di persone ed aziende . Il turismo, sia estivo che invernale, ha permesso, per vari anni, un rilevante apporto economico . Oggi però questa voce sta divenendo sempre più ridotta complici un cambiamento sociale, un mancato adeguamento di offerta alle richieste di un mercato sempre più articolato, una assetto infrastrutturale improponibile nel 3° millennio . Un ulteriore tentativo è stato compiuto sul piano artigianale, industriale e dei servizi . Questo comparto, però, sta pagando uno scotto molto pesante dovendo operare in zone ove l’assetto infrastrutturale, come già detto, e dei costi sia produttivi che di trasporti finiscono per penalizzare le aziende e le attività in loco . Terzo piccione : gli apparati istituzionali e infrastrutturali al servizio dei residenti quali Ospedali, trasporti, scuole . Per la prima voce : la Sanità, si è optato per la soluzione più incivile possibile mascherandola sotto il termine “Spending Review” ovvero riduzione delle spese . Praticamente riducendo se non togliendo le prestazioni sanitarie locali scaricando sulle spalle degli utenti costi di trasporto e di assistenza in aree di difficile mobilità . Trasporti pubblici un’altra nota dolente . Vi è la ferrovia Porrettana ( Bologna- Porretta e Porretta-Pistoia ) che non è in condizioni di garantire un servizio continuativo, affidabile e rispettoso degli orari . Vi è un servizio di autobus, lodevole, ma condizionato, economicamente, dalla scarsità di fruitori per molti mesi all’anno . Come uscire da questo impasse ? Partiamo dal primo piccione : i pensionati . Se una politica intelligente ed al servizio della collettività concepisse di poter trasformare le aree depresse del nostro Appennino in luoghi ove coppie di pensionati, invece di recarsi in : Spagna, Portogallo, Canarie, Tunisia ed in altri lidi ove vivere tranquillamente apportando la valuta delle proprie pensioni, potesse trasferirsi qui, si prenderebbero i famosi tre piccioni con una fava . Cosa necessiterebbe ? Primo : il patrimonio immobiliare su cui campeggia Vendesi, Affittasi se venduto o affittato a canoni controllati e garantiti, anche se di modesto apporto ai proprietari, dovrebbe consentire a questi ultimi di non pagare imposte sui fabbricati di avere una tassazione modestissima su quanto percepito ed essere coperti da una assicurazione sociale che li tuteli da danni o mancati pagamenti . Le spese relative a : riscaldamento, gas, energia elettrica ed altre forniture ridotte all’osso . Se a queste persone venisse consentito di avere dei costi base, ovvero affitto e gestione casa al livello dei paesi ove potrebbero emigrare, ci troveremmo nella situazione che se solo 100 coppie di pensionati prendessero residenza nel Comune di Lizzano in Belvedere ed ognuna apportasse 2 pensioni per totale annuo di 20.000 ( € 1.500 mensili tipo 900+600 ) avremmo un apporto economico di 2 mln di €, una presenza quotidiana di persone, un migliore utilizzo dei servizi e delle infrastrutture . Per fare ciò è necessario che chi gestisce la cosa pubblica esca da una concezione che si è dimostrata fallimentare visto che quasi un italiano su quattro non può più accedere alle cure mediche, chi può scappa all’estero . Bisogna ritornare ad una visione sociale della gestione politica, uscire da una logica partitica del potere per il potere ed adoperarsi per il bene pubblico . Le ultime elezioni hanno evidenziato come la marea della disaffezione se non dell’astio dei cittadini nei confronti di una politica totalmente sorda alle loro necessità abbia raggiunto livelli da non potersi più sottovalutare . Anche in Emilia-Romagna i sintomi, già evidenti con le elezioni regionali con una partecipazione del 37% , di questa avversione al modo gestionale della nostra società hanno messo in crisi un establishment da tempo distante dalle richieste di ampi strati di popolazione sempre più emarginata e in condizioni precarie . Credo che iniziare una politica che, oltre a non far continuare una emorragia economica e tesa a lasciare il danaro in Italia, vada incontro alle necessità di zone periferiche e a quelle di persone con basso reddito non sia una strategia da sottovalutare . Riporto qui le parole di un analista economico, Jeremy Rifkin il quale evidenzia, in Italia “… deficit di protagonismo delle comunità locali nei processi decisionali …”. In parole povere le Amministrazioni locali assumono quelle decisioni che vengono approvate in sede di segreterie partitiche sia Regionali che Nazionali, senza svolgere quel doveroso processo critico alla luce delle diversità storiche, culturali ed ambientali che ogni area ha .
Ettore Scagliarini