Sono usciti gli esiti di un Concorso indetto dal Comune di Bologna. Questo il commento di Umberto Bosco, consigliere Comunale – lista di Lega Nord :
“Dalla location in cui si è tenuta la prova preselettiva, costata al comune più di 40mila euro, alla presunta irregolarità del Concorso, una solo prova scritta quando la legge ne prevede due, e della Commissione la cui segretaria non disponeva dei titoli necessari, passando da un aumento dei posti disponibili (da 19 a 32) disposto dopo l’approvazione della graduatoria. A questo vanno aggiunte anomalie come l’assenza di voti 19 e 20, cioè quelli appena sotto la sufficienza, che avrebbero potuto innescare ricorsi, infine tempistiche di correzione umanamente impossibili (90 elaborati letti e corretti da tre commissari con la media di 4’42” a eleborato). L’udienza conoscitiva tenutasi ieri pomeriggio (venerdì 26 gennaio) alla presenza della CapoArea Personale e Organizzazione, Bonzagni e la Presidente della Commissione esaminatrice, Gemelli, avrebbe dovuto fugare i dubbi e le perplessità manifestati da consiglieri e sindacati ma così non è stato. Chi è stato scartato ha, a mio avviso, parecchio materiale per ricorrere al Tar, facendo annullare il concorso. Misura che avrebbe dovuto attuare, in autotutela, la stessa Amministrazione bolognese ma il Sindaco che ha trattenuto per sè le deleghe al personale non si è degnato di presenziare né di mandare qualcuno in sua vece. Non pervenuto il parere del Segretario comunale che ricopre anche la carica di Responsabile della trasparenza e dell’anticorruzione, assente per malattia.”
Umberto Bosco
Consigliere Lega Nord
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Un commento

  1. Quando per lavoro mi trovavo in paesi quali : Germania, Austria, Nord Francia uno dei modi di dire per indicare un pateracchio era :”Concorso all’italiana” . Non entro nel merito del caso specifico qui evidenziato, ci capisco poco . Di certo vi sono stati concorsi dove si conoscevano i vincitori alcuni mesi prima, altri nei quali i prescelti non avevano neppure i titoli di studio necessari e via di questo passo . Sul caso dei titoli di studio necessari vi fu un caso eclatante alcuni anni fa alla Regione Lazio . L’allora presidente Storace firmò il decreto di promozione a dirigente di circa 450 dipendenti . La legge prescriveva che per tale incarico fosse necessaria la laurea . Si scoprì che solo 49 erano laureati . Vi erano persino titoli di studio inventati . Ma siccome tali promozioni furono fatte a pioggia, ovvero ogni partito ne aveva tratto vantaggio, la cosa è finita lì, in mezzo alle sabbie del Sahara . Vi fu un caso, non so se riferibile a detta promozione in massa, di un dipendente che avendo lavorato in un ufficio ove operava un ingegnere, fu considerato laureato allo stesso titolo, era diventato ingegnere per osmosi .

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