In quest’ultimo tempo, complice non tanto l’atmosfera natalizia quanto la campagna elettorale in atto (ricordo che si voterà nel prossimo marzo), stiamo assistendo a “donazioni” nei confronti dell’Appennino, fanno piacere ma impongono anche alcune riflessioni perchè in tempi e modalità non sempre richieste.
CASELLO – A Borgonuovo di Pontecchio è stato inaugurato il casello autostradale (attenzione : si passa solo col Telepass !) che permette l’ingresso in A1 e soprattutto di tagliare fuori Casalecchio, un “imbuto” pesantemente condizionante per chi è obbligato a passare e per i residenti causa smog e traffico costante. Nei discorsi della cerimonia non sono ovviamente mancati i ringraziamenti ad Autostrade e autorità varie, ma sono sicuro che nessuno di chi abita o frequenta la Porrettana si è dimenticato di quanto successe nel giugno 2006 quando chiusero il logico e funzionale casello di Sasso Marconi subito dopo il ponte sul Reno per aprirlo ai Cinque Cerri, ovvero spostato verso Vado di 4.5 km. Chiusura certamente non chiesta dagli abitanti del territorio ! Lo spostamento fu realizzato solo per gli operatori della Variante di Valico. Ora col casello è stato rimediato in parte ad un “errore” del passato. Quindi nessun “grazie” ma solo un sentito “finalmente !” . E’ invece stato richiesto con 15.000 firme, consegnate dall’imprenditore Giovanni Zaccanti al sindaco della Città Metropolitana, Virginio Merola, un collegamento tramite bretella autostradale dall’A1 alla Porrettana , ma non c’è stata ancora nessuna risposta.
SANITA’- Giorni fa (martedì 5 dicembre) dal quotidiano “Il Resto del Carlino” abbiamo appreso che “ A Vergato e Porretta aprono due reparti di chirurgia del volto”. Grande sorpresa ed anche piacevole, ma in tanti nello scorrere la notizia hanno esclamato: “Come mai ? E chi l’aveva chiesto ?” In effetti nelle tante riunioni dei Comitati e negli incontri organizzati a Porretta e Vergato mai, almeno a quanto mi risulta, si era sentito né un’offerta in cambio di tagli in progetto, né una richiesta specifica per le cure di questo settore. Ovviamente sono ben contento per chi dovrà aver bisogno di questa assistenza sanitaria, ma va precisato il fatto che si tratta di ambulatori e non di reparti e quindi in caso di gravità o di cure di un certo livello il paziente si dovrà comunque recare al Bellaria, che non è comodissimo… Anche in questo caso nei discorsi di prammatica non sono mancati i ringraziamenti pure da parte di chi non dovrebbe aver dimenticato quanto è stato tolto…o sta per essere tolto. A Vergato c’è non più un timore ma una quasi certezza di perdere Ortopedia e di vedere ridimensionato il Pronto Soccorso. Per continuare a sperare che questo non avvenga il Comitato locale ha organizzato una fiaccolata per il prossimo 5 gennaio. A Bologna da tempo danno per già deciso il trasferimento di Ortopedia a Porretta, dove al momento si sentono giustamente soddisfatti del potenziamento del loro nosocomio, che ha visto in passato una riduzione della chirurgia e la chiusura del punto nascita. Ho detto “al momento” poiché temo che nel futuro prossimo non mancheranno altri cambiamenti…in peggio. Quanto rimarrà aperta Ortopedia al “Costa”, che nel frattempo si dovrà dotare di pulmini per trasporto di questo tipo di pazienti, se verrà applicata la legge dei numeri come per il punto nascita ? A Vergato sono alti, ma perchè hanno accolto pazienti dal Medio Reno in su, invece si presume (pur sapendo che urgenza e tempistica nella prenotazione saranno determinanti) che a Porretta andranno solo i residenti nella parte alta della Valle del Reno, poiché gli altri preferiranno andare direttamente al “Maggiore” o al “Rizzoli” di Bologna. E di conseguenza….
TURISMO – Da circa un anno l’argomento più discusso in Alto Reno riguarda la “superfunivia”, ovvero l’impianto a fune che dovrebbe collegare il Corno alle Scale alla Doganaccia. Sono d’accordo Ministero dello Sport e Regioni che hanno stanziato in tutto 27 milioni di euro, di cui 5 dallo Stato e 3 dalla Regione per l’Emilia Romagna. Al primo incontro in cui si parlò di questo progetto, organizzato a Lizzano dalla Confesercenti, non mancarono grandi applausi che si sono ripetuti ieri sera a Sestola, dove si sono ritrovati politici, Flavio Roda, presidente Fisi, sindaci ed operatori locali. Non sono mancati caldi ringraziamenti alle autorità, anche se non tutti sono convinti di effetti benefici tali che possano dare una svolta all’economia dell’Appennino. Il dibattito su questo tema è molto semplice: da tempo si parlava di urgenza di interventi nel territorio sulla viabilità, sulle strutture alberghiere, sull’organizzazione sanitaria (un’automedica per 13 comuni della montagna, poche ambulanze disseminati nelle varie località con operatori spesso volontari, bravissimi ma pur sempre con compiti limitati) , sui collegamenti telefonici e banda larga, sulle linee elettriche ( e si è visto ancora una volta cosa succede con qualche centimetro di neve), erano state anche chieste (pure di recente) una rimessa in funzione della seggiovia Lizzano-Monte Pizzo ed una sistemazione definitiva dello chalet (o rifatto o demolito) ….ed invece è arrivato il finanziamento a questo progetto che era stato lanciato oltre 30 anni fa dalla Provincia e ben presto messo in archivio.
La conclusione è molto ovvia: c’è chi decide cosa e quando togliere o dare, chi ringrazia…e chi subisce…ma non in silenzio.
I romani, che di lavori pubblici se ne intendevano visto che l’unico acquedotto che non perde un litro d’acqua è quello che, tutto in galleria sotto le montagne, dalla Val di Setta porta la miglior acqua potabile a Bologna lungo circa 20 Km e costruito nel 10 a.C. in 10 anni sotto la supervisione di Vipsanio Agrippa, sodale di Augusto e sommo stratega, ingegnere e uomo di cultura, avevano formulato un detto : Cui prodest ? A chi giova ? Quando frullano soldi anche per le operazioni più scriteriate e fuori dai tempi, qualcuno ne trae beneficio . Ho letto oggi sulla stampa che l’acquisto di un certo consenso parlamentare sarebbe costato ai contribuenti 3 mln di € . Ospedali ? Lifting, alluce valgo, unghia incarnita, depilazioni ed altre fondamentali operazioni “chirurgiche” di grande importanza sociale stanno risalendo la Valle del Reno . Sulla grande operazione transappenninica funiviaria, seggioviaria e tramviaria sarà il tempo a far da giudice . Ricordiamoci che il riappianare i debiti imprenditoriali con danaro pubblico e senza infrastrutture atte a far da cassa ci riporta ai bei tempi di 8.000 dipendenti a far panettoni per poi trasformarli in mangimi per polli e maiali, casse del Mezzogiorno ( ora del pasto ) ed altre vergognose imprese pubbliche italiche . Vorrei una risposta, una sola dai vari boss politici con le mani in pasta in tale impresa : Quanti imprenditori privati hanno dato danaro e in quale entità . Non ricevendo risposta, chi tace acconsente, vuol dire che le decisioni sono prese nelle segreterie partitiche, ergo, sarà meglio allertare l’Anticorruzione e la Magistratura, meglio prevenire che curare .