Telenovela “fangosa”

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Dopo l’alluvione, non è la prima e, viene da pensare, non sarà l’ultima, inizia la diatriba fra i vari (ir) responsabili della situazione. Dialogando, un paio di giorni fa con un paio di persone esperte della situazione idrogeologica in Emilia-Romagna, anche il sottoscritto ha buone conoscenze in merito, si è convenuto che la possibile soluzione o, meglio, la riduzione del rischio alluvioni, richieda un piano organico con molti aspetti tecnici da risolvere. Innanzitutto i fiumi emiliano-romagnoli hanno, già  al loro ingresso in pianura, un alveo pensile, ovvero il corso d’acqua è, mediamente, più alto del piano di campagna. Già questo crea una situazione di precarietà che richiederebbe interventi a largo spettro con soluzioni molto complesse. Vi sono anche altri aspetti quali lo stato di abbandono di centinaia di migliaia di ettari in collina e montagna, ex terreni agricoli , che non fungono da trattenuta delle acque piovane. Si metta anche nel paniere il fatto che moltissimi terrazzamenti in tali località sono stati persino smantellati . E’ noto, vi è anche un servizio dell’UNESCO, che tali terrazzamenti risultano uno dei migliori sistemi contro le violente precipitazioni di pioggia. Ma qui si incoccia nel grave problema che affligge la classe partitica italiana, quella che gestisce a suo beneplacito il potere, ovvero una diffusa incompetenza ed incapacità, conseguente, di formare staff di persone esperte in grado di metter mano a tale grave problema. Si metta nel paniere anche la disperata ricerca, di detta classe, di “gestire” il pubblico danaro alla maniera del Mago Houdini, ovvero di farlo, spesso, sparire, e così anche questo grave problema, come tanti altri, difficilmente potrà avere una ragionevole soluzione.

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