Da oggi Cna Bologna inizia a celebrare i suoi 80 anni di storia che cadranno esattamente tra un anno

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Antonio Gramuglia, Presidente CNA Bologna

 

Il 14 giugno del 1945 nacque l’Apb, l’Artigianato provinciale bolognese,

che poi negli anni ’70 divenne Cna Bologna

 Il Presidente Antonio Gramuglia: “Una storia importante per tutta Bologna

Nel 1945 le imprese Cna dovettero ricostruire dopo la guerra e i bombardamenti

Oggi in comune vivono un momento storico difficile seppur meno drammatico

e come allora hanno tanta voglia di costruire e guardare con positività al futuro”

 

Alle ore una e venti minuti del 14 giugno 1945 fu votato all’unanimità il primo statuto. Alle due il primo Consiglio Direttivo Provinciale. Era nato l’Artigianato Provinciale Bolognese. Che negli anni ’70 divenne Cna Bologna, la Confederazione nazionale dell’artigianato e della piccola e media impresa. Oggi, venerdì 14 giugno, Cna Bologna inizia a celebrare i suoi 80 anni di storia che cadranno esattamente tra un anno.

 

“Una storia importante e non solo per gli artigiani bolognesi – spiega Antonio Gramuglia, Presidente Cna Bologna –. I fondatori di Cna Bologna, Armando Gagliani in testa, primo Presidente dell’Associazione, furono tra i protagonisti della Liberazione di Bologna dal fascismo. Negli anni del dopoguerra, gli artigiani si impegnarono per la ripresa, realizzarono le aree artigianali che ancora adesso arricchiscono l’area metropolitana di migliaia di aziende dinamiche e innovative. La Cna ha accompagnato la crescita delle imprese sia sui mercati nazionali che esteri. E coi suoi 8.700 soci, Cna è ancora l’associazione economica più rappresentativa del nostro territorio”.

 

“Gli artigiani e piccole imprese Cna stanno vivendo un periodo storico molto difficile – continua Gramuglia –. Dopo i terribili anni del Covid, sono iniziate guerre drammatiche ancora in corso che stanno coinvolgendo in pratica tutto il mondo col rischio di una ulteriore degenerazione. Abbiamo affrontato una crisi energetica che ha colpito duramente imprese e cittadini, la crisi economica ormai è diventata praticamente strutturale.

Naturalmente tutto questo non è paragonabile a quanto le imprese nel 1945 dovettero affrontare con la fine della guerra e la ricostruzione. Però sento di cogliere molti elementi in comune nelle sfide che si dovettero affrontare allora e quelle che le imprese devono affrontare oggi: una medesima volontà di ripartire, di ricostruire, di lottare, di guardare positivamente al futuro, di non arrendersi. Del resto se non si ha questo spirito, non si può fare impresa”.

 

“Da oggi – conclude Gramuglia – inizia il percorso di Cna verso i festeggiamenti dei suoi 80 anni di storia, per i quali la nostra associazione si impegnerà nel proporre ai suoi associati, alle imprese e ai cittadini bolognesi iniziative che sappiano celebrare una storia lunga 80 anni e che ci auguriamo durerà ancora a lungo”.

 

 La Cna e il moderno artigianato bolognese

Una storia lunga ottant’anni

 

“Il 22 aprile del 1945, vale a dire il giorno dopo la Liberazione di Bologna, io e gli artigiani Diamanti Evaristo e Lanzi Luigi, per mandato del Comitato di liberazione nazionale, mi recai nella disciolta federazione fascista degli artigiani della nostra provincia in Strada Maggiore 29 a comunicare che quella sede era destinata alla nascente associazione democratica degli artigiani bolognesi”. Sono le parole di Armando Gagliani, il fondatore e primo presidente della Cna di Bologna, scritte di suo pugno in un documento del 1945. In queste parole è scritta la nascita di Cna Bologna. “Il 14 giugno – prosegue Gagliani – redigemmo l’atto costituivo e ci trasferimmo negli uffici di via Riva di Reno 76, la vecchia sede della Federazione provinciale fascista degli artigiani”.

Nei duri anni della ricostruzione

gli artigiani sono tra i fondatori della Fiera

 

Nei giorni e nei mesi successivi alla Liberazione, l’imperativo comune per l’Artigianato provinciale bolognese (A.P.B.), che poi divenne l’attuale Cna, era lavorare per la ricostruzione realizzando un diffuso sistema democratico. La guerra aveva distrutto oltre il quaranta per cento delle abitazioni, delle fabbriche, delle botteghe artigianali, delle infrastrutture della città. La prima faticosa attività dell’associazione era reperire la materia prima per gli artigiani, lottando aspramente contro l’accaparramento: occorreva ad esempio individuare la quantità di filato da assegnare ad ogni camiciaia e tappezziere. Ma anche assegnare le poche camere d’aria e le coperture per ruote di bicicletta, unico mezzo di locomozione possibile.

 

Pur tra queste immense difficoltà, gli artigiani ebbero la forza di organizzare nel 1946 la prima fiera del dopoguerra, in Sala Borsa, dedicata all’abbigliamento. Gli artigiani nell’immediato dopoguerra furono infatti tra i soci fondatori dell’Ente Autonomo Fiere di Bologna, che ebbe il riconoscimento giuridico nel 1956. Una scelta che si è rivelata lungimirante per tutta l’economia bolognese.

 

Negli anni ’50 gli artigiani ottengono conquiste sociali

e un sistema di welfare prima inesistente

 

Gli anni cinquanta  videro l’Apb impegnarsi per conquistare leggi che garantissero la tutela e la valorizzazione dell’artigianato. Nel luglio del 1956 venne approvata la legge 860 che definisce le “Norme per la disciplina giuridica dell’artigianato”, consentendo tra l’altro la nascita dei Comitati provinciali e regionali per l’artigianato. Sempre in quegli anni l’Apb conquistò il diritto al credito agevolato, alla pensione e all’assistenza sanitaria.

 

Gli artigiani insieme sono più forti

Nascono i Consorzi

 

Negli anni ’60 si affermò la più rilevante intuizione politica ed economica dell’artigianato bolognese: i consorzi tra imprese. Le piccole aziende si aggregavano per essere più forti sul mercato. Acquisti collettivi di materie prime o semilavorati e acquisizione di lavori per i soci furono gli obiettivi primari dei consorzi. I primi consorzi a vedere la luce furono quelli tra falegnami, tra imbianchini verniciatori-decoratori, tra vetrai, e tra riparatori cicli). Oggi Cna associa ancora importanti consorzi nati per accrescere la competitività delle imprese.

Gli insediamenti artigianali nascono nel 1962

e si moltiplicano in provincia

 

Nella città distrutta dalla guerra ogni locale era sufficiente all’artigiano per poter lavorare. Il successivo imporsi dell’economia industriale rese indispensabili, per lavorare e produrre, spazi adeguati. Già nel 1962 la Cna aveva reso possibile la costruzione del primo villaggio artigianale in città, nel quartiere Santa Viola. Negli anni ’70 gli insediamenti si diffusero in tutta la provincia. L’insediamento della Cicogna a San Lazzaro venne inaugurato dall’allora Presidente della Repubblica Pertini. Migliaia di piccole imprese si sono avvalse di Cna per realizzare la propria espansione. Oggi le “cittadelle dell’artigianato” sono decine in tutta la provincia di Bologna.

 

Anni ’80: nuova sede Cna nella torre di Kenzo Tange

Seconda inaugurazione nel 2019

 

Con gli anni ’80 la Cna orienta le sue energie migliori verso la qualificazione e lo sviluppo delle imprese: investe nella formazione. Prendono impulso le azioni per la nascita di nuove imprese grazie anche al progetto delle Botteghe di Transizione, che hanno consentito la nascita di 100 neo-imprenditori. Intanto, il 5 giugno del 1982, la Cna lascia la sua sede storica di via Riva Reno ed entra nella torre del Fiera District progettata da Kenzo Tange. Torre che venne inaugurata una seconda volta, nel 2019, al termine di importanti lavori di ristrutturazione.

 

La Cna del 2000 e del futuro

Tecnologica, internazionale, giovane e innovativa

 

Nel 2000 l’artigianato punta sulla qualità, sull’innovazione e la tecnologia. Crescono i progetti per l’internazionalizzazione in un mercato sempre più globale. Si impegna sul passaggio generazionale tra imprenditori e alla trasmissione di impresa quando l’azienda non ha eredi. Si valorizza sempre più il Made in Italy.

Oggi Cna ha 8.700 associati, di cui il 23% ha meno di 40 anni. Conta oltre 400 dipendenti, che lavorano in una trentina di sedi in tutta l’area metropolitana oltre alla sede provinciale del Fiera District.

E’ una Cna che guarda sempre più al futuro, ai giovani, alle start up, all’industria 5.0, alla sostenibilità, partendo dal risparmio energetico, dal rispetto per l’ambiente, dalla capacità di unire la ricerca del profitto con l’interesse sociale verso la propria comunità

 

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