Eravamo in tanti ad alzare al cielo la bicicletta bianca di Loredano, che Andrea, suo figlio, ha portato in spalla pedalando dalla stazione di Crespellano al luogo dell’incidente.
Eravamo in tanti, tra questi tanti, in massa, c’era la squadra di Loredano, Il Parco dei Ciliegi di Beppe e Roberto Guidotti, ma c’erano anche dei Bici Malini, il Pedale Bolognese, il Biciclub Monte San Pietro, la Deox di Zola Predosa, gli Abc di Bologna e altri ancora.
I pali che sostengono dei cartelli stradali, all’incrocio dove alcuni ragazzi su un’auto, e un uomo su un furgone, hanno fermato la pedalata terrena di Loredano, ora sostengono la sua bicicletta bianca, che Andrea ha installato con l’aiuto dei Salvaciclisti di Bologna e di Marco Scarponi, fratello di Michele, ciclista professionista ucciso da un camion nel 2017. Pali storti e ammaccati, piegati, probabilmente dopo una manovra sbagliata da parte di qualche automobilista distratto.
Eravamo in tanti e nonostante tutto, nonostante il momento che tanto avremmo voluto evitare, i sorrisi non si sono sprecati, il ritrovarsi insieme, pedalando in bici, per ricordare Loredano, nel ricordare le sue avventure, ha scaldato l’aria, togliendo anche quel velo di umidità che la Pianura spingeva contro di noi. Come dicevano con Marco, anche se dovremmo incontrarci in momenti diversi, anche se è sempre durissima, bisogna sempre trovare il senso positivo in questi attimi.
Nel rimbombo del traffico della via Bazzanese, la voce di chi ha preso la parola è riuscita a vincere allo snervante rumore che la nostra quotidianità ormai non riesce più a capire quanto sia dannoso.
Simona Larghetti, delegata alla sicurezza stradale della Città Metropolitana, ringraziando i Sindaci di Zola e Valsamoggia, anche loro presenti, è intervenuta sinceramente commossa, affermando che quando succedono queste tragedie è per loro un fallimento, e bisogna fare di più, molto di più, per evitarli.
Andrea ha ringraziato tutti per la presenza e la vicinanza, spiegando che questa bicicletta bianca spera sia un segnale, sia un modo per fare ragionare tutti, perché oggi è toccato a lui e alla sua famiglia piangere un padre e un marito, ma se si continua così toccherà poi ad un’altra famiglia piangere e questo non può continuare.
Non si può continuare così e il lavoro da fare e i segnali da dare saranno tanto, perché nel tornare verso Zola Predosa in Bicicletta, Andrea e il gruppetto che era con lui, dopo pochi chilometri si sono trovati davanti un’ambulanza, un suv e sotto il suv una bicicletta. Raggelante, anche se per fortuna il ciclista investito non si era fatto niente.
Anche Marco Scarponi ha interrotto il rumore del traffico, e lo ha interrotto con una speranza. La speranza di poter un giorno andare in bici, con tanti bambini, a togliere la bicicletta bianca di Loredano, colorarla e rimetterla in strada. Vorrebbe dire che finalmente la situazione è migliorata veramente. Per ultimo ha parlato Roberto Tomesani, di Salvaciclisti Bologna e autore materiale della bicicletta bianca di Loredano. Un grido il suo, forte, grave, un richiamo a tutti, all’essere pronti, come forse lo era Loredano, nel morire in Bicicletta. Perché il rischio c’è, non si può nascondere, e nella consapevolezza del saperlo la domanda che si pone, arrabbiato, è: perché il tempo di chi guida un’auto deve essere più prezioso del mio che giro in bicicletta? Perché?
E appena finita la domanda un bolide sotto forma di automobile gli sfrecciava alle spalle, probabilmente ad una velocità vicina ai 100 km orari. Perché?
Eravamo in tanti a vedere la bicicletta bianca di Loredano alzarsi nel cielo azzurro di un sabato mattino di fine gennaio.
Eravamo in tanti e non so se a Loredano avrebbe fatto piacere tanta attenzione.
Forse si, e forse dietro ai ciliegi spogli di Crespellano, con la maglia del Parco, nascosto allo sguardo di tutti, a guardare la sua bicicletta bianca diventare un pezzo di cielo, e la sua Mara appoggiargli un bel mazzo di fiori sopra, c’era anche Loredano.