Due giorni fa è stata inaugurata una mostra d’arte nella sala d’Ercole del Palazzo Comunale. Vi sono andato, conoscendo da molti anni un paio di artisti presenti. Così ho avuto modo, non solo di vedere le opere, ma di dialogare con persone esperte del ramo. Tra i molti presenti si notavano vari aspetti di bianco, sia nei capelli che nelle barbe. Tanti anche i giovani ! Come mai una così notevole presenza di persone con un po’ di anni ? La mia spiegazione è la seguente : dalla fine anni 50 sino ad oltre metà anni 70 a Bologna vi è stato un fiorire di artisti nei vari campi : arti figurative e musica specialmente. Mi ricordo che all’ultimo piano del palazzo Bentivoglio in Via Belle Arti erano ospitati un certo numero di pittori. Mi recavo spesso, visto che alcuni erano miei amici da anni, a vedere i loro lavori ed a dialogare con loro di argomenti artistici. In più, visto che facevo parte dall’età di 16-17 anni di un complessino jazz, non vi era quartiere, piazza o strada che non avesse la sua mini band .
Non era casuale la presenza di due jazz banda quali La Reno Jazz Band e la Reno Jazz Gang con solisti di valore. Personaggi come Gianno Morandi o Lucio Dalla non nascono per caso, necessitano di un terreno culturale atto a farli emergere. Anche Pupi Avati, regista cinematografico, aveva esordito come clarinettista jazz. La cultura richiama cultura. Nel nostro complessino si erano succediti nel ruolo di batterista alcuni giovani fra i quali Franco Lapolla che divenne responsabile del dipartimento di cinematografia all’Università di Bologna. Diciamo che la città era un vero crogiuolo d’arte. La presenza di un Festival del Jazz con presenza di grandi solisti e complessi statunitensi e nord europei dimostrava, con la partecipazione di tanti spettatori, come fosse viva la cultura musicale in città. Chi ha vissuto tale ventennio non ha di certo dimenticato quale entusiasmo e quali spessore culturale vi fosse a Bologna. Oggi, mi sembra di assistere, e da tempo, ad una debacle artistico-culturale di cui non si vede la fine. Non si tratta di esaltare gli anni giovanili con sentimenti di rimpianto, si tratta di elementari dati di fatto : dove sentiamo suonare complessini musicali di varia tendenza ? Dove abbiamo un nutrito gruppo di artisti figurativi quale quello del palazzo Bentivoglio o che si riunivano a casa di Claudio Mariani (altro artista) in Via Santo Stefano ? Mi auguro di sbagliare, ma non vedo una partecipazione giovanile così determinata nell’ambito dell’arte come quella di tali anni.