PRACCHIA (PT): “Musica festival” – inaugurazione l’11 agosto

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Akedon Quintet

 

Venerdì 11 agosto, ore 17,30, nella chiesa di San Lorenzo a Pracchia, si terrà il concerto che inaugura la decima edizione di Pracchia in musica festival promosso dall’Associazione Filarmonica Alto Pistoiese (AFAP), con il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e di Pescia e di un riuscito crowdfunding (ingresso libero). L’appuntamento ha un titolo curioso “Note e trote” e vede protagonista l’Akedon Quintet. Quattro archi (Carlo Lazari, violino, Silvestro Favero, viola, Giuseppe Barutti, violoncello, Patrizia Pedron, contrabbasso) e Valter Favero, pianista, interpretano il meraviglioso Quintetto per pianoforte in la maggiore “Die Forelle – La trota” op. 114 D. 667 di Franz Schubert. “Una tra le composizioni più note e amate del compositore viennese” dice Alberto Spinelli, direttore artistico del festival. “Abbiamo chiesto all’Akedon Quitet di inaugurare così la decima edizione del festival. Un omaggio a Pracchia attraversata dal fiume Reno, nelle cui limpide acque nuotano le trote, appunto. Proprio in mezzo alla natura dell’Alta Austria, a Steyr, nel 1819, Schumann concepì questo capolavoro della musica da camera in cui troviamo note guizzanti come pesci nel fiume. Allegro, brioso, scintillate sarà l’inaugurazione del decimo Festival, uno spettacolare buon compleanno”.

“Il più grande poeta in musica che sia mai esistito”: così Liszt definì Schubert, che ha toccato momenti di insuperabile felicità inventiva nella estesa produzione liederistica e nell’arte sinfonica, quartettistica e pianistica. Allo Schubert più emblematico per purezza di sentimento e schiettezza di immaginazione appartiene il Quintetto “della trota” (Forellen-quintett) op. 114 uno dei lavori cameristici più esaltati e popolari del musicista. Il Quintetto “della trota”, così chiamato perche il compositore utilizzò nell’Andantino come tema per le variazioni il suo Lied “La trota”, fu composto su commissione del mecenate e direttore della miniera di Steyr, nell’Alta Austria, Silvester Paumgartner, musicista dilettante e violoncellista, oltre che animatore di un cenacolo musicale che si riuniva abitualmente in casa sua.  L’organico strumentale richiesto da Paumgartner per questo quintetto – pianoforte, violino, viola, violoncello e contrabbasso – è insolito, in quanto non nasce dalla “normale” unione fra un pianoforte e un quartetto d’archi (due violini, viola e violoncello), ma vede un violino sostituito dal contrabbasso. Il fatto poi che al violoncello siano affidati alcuni interventi concertanti di un certo rilievo può essere visto come un omaggio di Schubert nei confronti del committente. Probabilmente il Quintetto fu eseguito in un incontro musicale a carattere familiare e poi riposto nella biblioteca di Paumgartner: fu pubblicato postumo da Joseph Czerny come opera 114 ad un anno di distanza dalla morte del musicista. Il componimento è una serenata contrassegnata da un tono di cordiale conversazione tra i quattro archi e il pianoforte in cui Schubert rivela tutta la sua abilità di costruttore di finissime ed eleganti armonie. Si tratta di un capolavoro, come appare sin dal primo movimento (Allegro vivace) in cui una dolce melodia cantabile si contrappone ad un gruppo di accordi ora veloci e ora lenti, fra slanci e ripiegamenti, in un gioco tra situazioni statiche e dinamiche. Dopo questa pagina, tra le più popolari e amate del repertorio cameristico, in programma troviamo il Quartetto per pianoforte n. 1 in sol minore K 478 di Wolfgang Amadeus Mozart, un composizione che provocò un vero terremoto nella concezione della musica da camera con pianoforte per complessità di scrittura e contenuto.  Il modello è quello del Concerto per pianoforte e propone un rapporto assai più dialettico fra pianoforte ed archi Si tratta dell’unica partitura in tonalità minore fra i brani cameristici con pianoforte del compositore e la tonalità di sol minore è fra le predilette di Mozart, impiegata sempre per il conseguimento di fini di intensa drammaticità.  Terminato il 16 ottobre 1785, scritto su richiesta dell’editore Franz Anton Hoffmeister, che lo pubblicò immediatamente doveva essere il primo di una serie di tre lavori del genere. Ben presto però Hoffmeister si rese conto che il Quartetto in sol minore era “troppo difficile” e quindi invendibile e sciolse Mozart dal suo impegno. Oggi lo consideriamo un lavoro di straordinaria fattura, caratterizzato da un continuo e serrato dialogo fra i quattro strumenti, con il pianoforte chiamato a un assai impegnativo ruolo di primus inter pares, e da una densità di scrittura spesso intensamente contrappuntistica. Un altro capolavoro.

L’Akedon Quintet è formato da Carlo Lazari, violino, Silvestro Favero, viola, Giuseppe Barutti, violoncello, Patrizia Pedron, contrabbasso, e Valter Favero, pianoforte. Tutti musicisti affermati, vincitori di diversi concorsi, con una importante attività concertistica come solisti in prestigiose stagioni musicali in Italia e all’estero. A questo affiancano un impegno nel repertorio cameristico, presenti in innumerevoli concerti che li hanno visti brillanti interpreti di grandi capolavori. Suonano anche in orchestra, spesso come prime parti, vantano varie incisioni discografiche e sono impegnati nella didattica in diversi Conservatori (Castelfranco Veneto, Adria, Venezia e altri).

 

Tutti gli appuntamenti di Pracchia in musica festival sono ad ingresso libero. È possibile seguire il programma del Festival sul sito www.pracchiainmusica.it e sui social. Per informazioni pracchiainmusica@gmail.com, tel. 3281822550.

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