Affitti a Bologna

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Un paio di giorni fa ho avuto modo di parlare con una studentessa-lavoratrice sul problema alloggi a Bologna per studenti. Il problema è piuttosto articolato. Partiamo dal punto di vista dell’inquilino : affitti esosi, spesso, ambienti indecorosi, scarsa chiarezza contrattuale ed altro. Vediamo la cosa dal punto di vista del padrone di casa : se il contratto è registrato ci pensa lo stato a ingoiare una buona fetta di quanto incassato, ci sono le spese condominiali, altra emorragia, il ripristino del luogo affittato quando sarà libero, altre spese. Vi è anche un inconveniente non da poco : con tale importo l’affittuario potrebbe finire nella classe di coloro che devono pagarsi le spese sanitarie. Bastano poche decine di € in eccesso e la frittata è fatta. Come coniugare le opposte esigenze ? A seconda della tipologia degli ambienti affittati, il canone di affitto deve rimanere entro certi parametri esenti tasse. L’inquilino deve provenire da famiglie che abbiano un reddito non da Paperoni, altrimenti siamo fuori dai binari. Se le cose vengono fatte secondo questi parametri, non deve scattare la clausola di aumento di reddito con conseguente pagamento sanitario per l’affittuario. Vi deve, tra l’altro, esservi un controllo, oserei dire pubblico, di come venga gestito il bene immobiliare. Non ci si può trovare, alla fine del contratto, con una abitazione devastata da persone incivili o ideologizzate. Ovviamente anche la mano pubblica deve provvedere a fornire adeguati alloggi secondo i parametri sopra esposti. Facilitazioni per gli studenti-lavoratori e per quelli che danno esami nei tempi convenuti e con buoni se non ottimi risultati. Come si vede, il primo ostacolo è quello dello Stato sanguisuga la cui primaria ossessione è incassar soldi anche se questo finisce, poi, per danneggiare sia gli studenti provenienti da famiglie non facoltose e modesti proprietari di appartamenti frutto dei risparmi, spesso, di una vita di lavoro. Alla base di tutto, comunque, è un’opinione non solo mia, vi è, da parte istituzionale, una certa avversione per la parola ISTRUZIONE che dovrebbe essere appannaggio solo di classi sociali con cospicui conti bancari. E gli altri ? Ma che restino degli ignoranti facili da gestire.

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