Adesso a Bologna l’Amministrazione ha deciso, per ragioni di sicurezza, di imporre il limite dei 30 Km/h in città . Nulla da eccepire se il fine, conclamato, fosse quello di far sì che TUTTI gli utenti della strada viaggino, al massimo, a tale velocità. A taluno, però la cosa puzza un po’ che vi sia anche la finalità di far cassa. A questo fine mi si è fatto osservare che in Viale Panzacchi, ove vi è il limite di Km 50/h, sono state poste delle colonnette di autovelox quali deterrenti. Sarebbe stato sufficiente porre sul piano stradale alcuni dossi artificiali di varia tipologia, per obbligare gli amanti della velocità ad andare entro i fatidici Km 50. Ma con ciò si sarebbe fatta un’operazione di sicurezza ma non si sarebbe fatto cassa. Basta andare a Km 56/h , un attimo di disattenzione, per trovarsi una sostanziosa multa da pagare. Ovvio che detti autovelox, contrariamente ai dossi artificiali, non impediscono di certo a qualche esaltato, drogato o alcolizzato, di lanciarsi a folle andatura lungo detto viale. Allora la sicurezza dove va a finire ? Un’altra ciliegina sulla torta : in via Capramozza, quartiere Saragozza, quando si proviene da Via Bocca di Lupo, senso unico, e si giunge all’incrocio con Via Altaseta, vi è uno STOP giacché in questa ultima strada il senso unico è verso Via Capramozza. Data la conformazione di tale incrocio, fra case, è IMPOSSIBILE vedere chi proviene da Via Altaseta . Invertire il senso di transito è così difficile ? A proposito, poi, di sicurezza. Perché al 90% dei ciclisti è consentito viaggiare, anche di notte, senza luci, in sensi vietati, sotto i portici e attraversare incroci con il rosso ed altri oltraggi al Codice della Strada ? E’ vero che chi viaggia in bici è ecologico, ma è altrettanto vero che le leggi vanno applicate a chiunque e non solo a coloro che viaggiano con mezzi targati, che facilmente possono essere multati e, quindi, fare cassa. Da pedone sono stato investito sotto il portico di Via Nosadella, a livello del N°43 due volte da ciclisti in discesa che si sono dileguati, come si dileguò il ciclista che scendendo a ruota libera giù per Via Malpertuso, in senso vietato, mentre salivo a passo d’uomo con l’auto, al fine di non spiaccicarsi contro il mio veicolo, diede un violento calcione al muso dell’auto, spaccando la targa e deformando la mascherina e riuscendo così a deviare sul marciapiede di sinistra e dileguarsi. Tutto questo è SICUREZZA ? Parafrasando un detto latino : “FARE CASSA NECESSE EST”. Che poi detti soldi finiscano nel CIVIS, nel PEOPLE MOVER ed in altre decine di discutibili spese, bè quello è un altro discorso.
Spesso si sente citare tutti gli aspetti positivi di Bologna e delle soluzioni ed attività amministrative, è molto difficile sentire o leggere di quelli negativi. E’ un po’ come quella donna delle pulizie che le immondizie le nasconde sotto il tappeto. La più grave, in assoluto, è quella che ha fatto guadagnare il primato in Italia, penso anche in Europa, della città messa peggio per i parcheggi. A mio avviso non è una pole position invidiabile visto che aver trasformato strade e piazze di una delle più belle città del mondo in un ignobile parcheggio non può dar di certo lustro a quelle amministrazioni che in parecchi decenni non hanno messo nel loro calendario lo studio ed, eventualmente, la soluzione, anche parziale, di questo problema. Non se ne sente mai parlare né in campagna elettorale e neppure nei programmi amministrativi. Cosa comporta questa disattenzione ? Una velocità commerciale del servizio pubblico esageratamente bassa e, quindi, il ricorso al mezzo privato, auto. Un elevato tasso di inquinamento e, non da sottovalutare, una pessima immagine della città. Alcuni anni fa fu fatto un sondaggio chiedendo ai turisti stranieri che venivano in Italia, quali fossero le peggiori pecche del nostro Paese. Tra le varie voci negative vi erano : Trasporti pubblici inaffidabili e pessima condizione dei fondi stradali. Trarre le conclusioni .