Abito a Zappolino da quasi 3 anni e spesso salgo alla Chiesa per fare due passi, o per finire il mio giro in bicicletta.
Quest’oggi, dopo un po’ di tempo, sono salito per fare due passi attorno a casa e ho notato uno striscione attaccato alla recinzione che delimita il pericolo di crollo.
“Salviamo la Chiesa”.
La Chiesa di Zappolino è chiusa da ormai 10 anni, quando il terremoto la lesionò è aprì una crepa al suo interno. Da quel giorno è inagibile e nell’ultimo anno anche il sagrato è recintato da una rete rossa che ne impedisce l’accesso.
Il campanile, dalle 8 del mattino alle 20 di sera, segna le mezz’ora, unico segno vivo della presenza della Chiesa.
Su quel terreno per secoli, oltre all’antica Chiesa, vi era presente il Castello, prima molto esteso e importante, poi sempre più piccolo, crollò insieme alla Chiesa con il disastroso terremoto del 1929 che ebbe come epicentro proprio Zappolino. Uno dei terremoti più forti della storia della Regione, il più forte della storia nel Bolognese.
Crollato il Castello i proprietari cedettero il tutto terreno alla Chiesa che alla fine degli anni 50 edificò prima il Campanile e l’edificio che ora giace chiuso e si dice pericolante.
“Salviamo la Chiesa”, un messaggio diretto a quella di Zappolino, ma forse un messaggio trasversale per tutta la Chiesa Cattolica.
“Ha un futuro la Chiesa di Zappolino?”
È la domanda che ho fatto a Don Gianluca qualche mese fa quando venne a benedire. Era piena estate, Don Gianluca è il Parroco di Castelletto ed ora amministra anche Zappolino e Fagnano.
La risposta lapidaria, ma molto realistica, di Don Gianluca è stata un secco No.
“No ad ora la Chiesa di Zappolino non ha futuro, servono molti soldi per togliergli l’inagibilità e quelli che arriveranno dal Pnnr, se arriveranno, saranno destinati alla Pieve di Fagnano.”
Giustamente, la Pieve di Fagnano è un edificio dalla storia antichissima in cui si dice, con una controversia storica molto interessante che andrebbe studiata a fondo, sia cresciuto Papa Onorio II negli anni tra il 1000 e il 1100.
Vi è poi un’altra questione che tratta Don Gianluca. Rimettere in attività la Chiesa di Zappolino sarebbe bellissimo, ma sarebbe anche come mettere una Cattedrale nel deserto. L’assenza di fedeli i pochi parroci la toccano con mano. Proprio in quei giorni la mia famiglia era stata una delle poche ad aprire le porte di casa per farla benedire.
Quindi quale futuro per la Chiesa di Zappolino? Ad ora nessuno.
A meno che i fedeli e gli abitanti della zona non organizzino qualcosa e riescano a raccogliere una cifra importante, si parla di quasi 400 mila euro, per rimetterla in sesto.
Altrimenti non sarebbe solo la perdita di una Chiesa ma anche la perdita di un riferimento architettonico e paesaggistico importante per tutta la Valsamoggia.