CICLISMO – GIRO D’ITALIA: Vince Demare e Nibali annuncia la sua ultima stagione

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Si attraversa un pezzo di Sicilia, si lascia il mare per scollinare di continuo, non fare un metro di Pianura fino a metà tappa e poi scendere veloci di nuovo verso il Mediterraneo, prendere la costa e buttarsi nello stretto. È la tappa fotocopia di due anni fa, solo che invece di finire a Villafranca finisce a Messina, una differenza di qualche chilometro, che poco toglie alla corsa ma come vedremo tanto toglierà al ciclismo.

Una sola salita vera, quella di Portella Mandrazzi a cento chilometri dall’arrivo, una sola, non durissima, ma abbastanza lunga, quella che basta per far fuori i velocisti veri, che in questo Giro d’Italia sono due, Mark Cavendish e Caleb Ewan. Mark si stacca subito, appena la strada sale la Quick Step fa gruppetto cercando di trainarlo lungo la montagna, provando a perdere meno tempo possibile, Caleb si stacca dopo poco. Vano per entrambi ogni tentativo di rientro, la tappa finisce qui, Van Der Poel mette i suoi davanti e il gruppo in fila indiana, vuole salvare la ciclamino. Si stacca anche Demare, si lascia sfilare, rimane aggrappato alla strada con le unghie e con i denti, senza forzare, e in discesa rientra in gruppo con tutto il suo treno, meno Jacopo Guarnieri. Assenza non da poco, Jacopo è l’uomo faro per Arnaud, l’ultimo vagone del suo treno. Ma Arnaud conosce bene questa tappa, si ricorda ancora a memoria queste strade su cui due anni fa ha vinto. Demare non è un velocista vero, ma è velocista, è un ragazzo d’oro che ha vinto tanto ma forse anche qualcosa meno di quello che poteva, concentrato troppo sulle volate dei grandi giri e poco su classiche che con un poco impegno in più poteva conquistare.

Arnaud in volata è una furia, vince ancora in Sicilia, vince senza rivali, che gli rimangono a ruota guardandolo alzare le braccia al cielo. Alle sue spalle Fernando Gaviria, altro velocista dalle grandi doti inespresse, poi un po’ di Italia, con il nostro Campione Italiano e Europeo Giacomo Nizzolo che una tappa a braccia alzate se la meriterebbe alla grande.

Bello vedere tra i primi dieci anche Alberto Dainese e Simone Consonni e poco più indietro anche Vincenzo Albanese e Sacha Modolo. L’Italia c’è gli manca qualcosina per poter gioire appieno ma è ancora viva.

Messina saluta il Giro che oggi sbarca in continente cominciando a salire verso Nord. Messina saluta il Giro insieme al suo campione, al Campione a cui ha dato i natali, al Campione che su quelle stesse strade solcate ieri dal gruppo ha scoperto la libertà del pedalare, la bellezza di un giro in bicicletta, la forza del soffrire.

Vincenzo Nibali sceglie la sua Messina per annunciare che questa sarà il suo ultimo Giro d’Italia e la sua ultima stagione come corridore professionista. Usa le parole “molto probabilmente” ma solo per non far pesare troppo una scelta che non è una sorpresa, è ormai naturale, ma che è sicuramente sofferta. Gli e la fa pesare la Rai con un video commemorativo bello, emozionante, che fa Sciogliere lo Squalo dello Stretto in lacrime sincere ma che è ad ora esagerato. C’è da finire un Giro anche se non sarà da protagonista e c’è una seconda parte di stagione da affrontare. Il fisico non risponde più come prima, i 18 anni di fatiche professionistiche, sommate alle altre 6 da bambino e ragazzo appassionato si fanno sentire, ma quelle lacrime piene di passione sul palco del Processo fanno presagire che Vincenzo qualcosa da qui a fine Giro, da qui a fine stagione, se lo inventerà per salutare con la grinta che solo una Squalo siciliano sa mettere in strada!

Per i Commiati c’è ancora tempo!

 

Immagini RAI

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