CALCIO – Bologna: la squadra di Mihajlovic tra campionato e futuro pieno di incognite

Lunedì allo stadio "Renato Dall'Ara" arriva la Sampdoria assetata di punti, ma i rossoblù sono alla ricerca di una vittoria per ipotecare anzitempo la salvezza.

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Otto giornate al termine del campionato e la Bologna sportiva conoscerà l’epilogo dell’ennesima e sfortunata stagione dell’amato Club rossoblù, al netto delle scelte tecniche della società che possono essere più o meno condivise.

Se pensiamo alle ultime tre stagioni condizionate dalla malattia dell’allenatore Sinisa Mihajlovic e dall’emergenza pandemica, scattata il 31 gennaio 2020, trarre un bilancio veritiero della società dell’italo canadese Joey Saputo non è certamente un gioco da ragazzi. E lo stesso si può dire per l’operato di Sinisa Mihajlovic. Eppure, tutto questo è in discussione e solamente a palla ferma avremo modo di capire quale sarà il futuro del Bologna e dello stesso Mihajlovic.

Dell’insoddisfazione di Saputo verso la conduzione tecnica (di allenatore e direttore sportivo) è risaputo, ma dopo la recidività della malattia di Sinisa Mihajlovic tutto può essere rimesso in discussione e al di là del finale di campionato, si può ipotizzare ogni scenario. Nonostante il silenzio di Saputo, che non si è ancora espresso sulla ricaduta della malattia del proprio tecnico, la sensazione è che l’allenatore possa rimanere in rossoblù fino alla scadenza del contratto, fissata al 30 giugno 2023. Fermo restando che bisogna attendere il corso degli eventi e capire se il tecnico serbo voglia o meno rimanere ancora legato al club che l’ha messo in discussione.  Diverso il discorso per il diesse Riccardo Bigon, legato alla società per un’altra stagione, ma la sua posizione non sembra essere salda come un tempo: probabile per lui l’avvicendamento a fine stagione.

In questo momento giudicare Mihajlovic non è certamente una passeggiata, ma lui stesso esorta ad essere giudicato per il suo mestiere e non per l’uomo che combatte contro la leucemia mieloide. Giudicare l’allenatore non è il caso, ma può servire, nel bene e nel male, ripercorrere la sua lunga carriera.

Il tecnico rossoblù è alla sua tredicesima stagione da capo allenatore, escludendo le due stagioni all’Inter da viceallenatore al fianco di Roberto Mancini. Complessivamente nella massima serie il suo ruolino recita 119 vittorie, 120 pareggi, 118 sconfitte, 486 gol fatti dalle sue squadre (in ordine Bologna, Catania, Fiorentina, Sampdoria, Milan, Torino e Bologna), 499 subiti (fonte Transfertmarkt).

Una carriera da allenatore partita proprio da Bologna nel lontano 2008, quando l’allora presidente Francesca Menarini, unica donna nella storia a presiedere una società di serie A, lo chiama per sostituire Daniele Arrigoni, oggi tecnico federale, ormai in rotta di collisione con lo spogliatoio.

La sconfitta a Cagliari 5-1 conclude l’avventura del tecnico cesenate e apre quella di Mihajlovic al Bologna. Mihajlovic, tuttavia, non riesce a fare la differenza (4 vittorie, 8 pareggi, 10 sconfitte) e sul finire di stagione viene a sua volta avvicendato da Giuseppe Papadopulo, che porta la squadra alla salvezza con 37 punti a scapito del Torino, grazie alla classifica avulsa.

Il secondo corso di Mihajlovic al Bologna comincia il 28 gennaio 2019 subentrando a Filippo Inzaghi. Oggi siamo quindi alla quarta stagione (tre e mezzo per l’esattezza) nelle quali l’ex centrocampista e difensore colleziona ad oggi 116 partite in serie A (39 vittorie, 28 pareggi, 49 sconfitte), con una media a partita di 1.25.

Decimo posto nella stagione parziale 2018-19 (da quanto è subentrato in 17 partite raccoglie 9 vittorie, 3 pareggi e 5 confitte, 30 punti personali, 44 quelli finali); dodicesimo posto colto nella stagione 2019-20 condizionata da malattia e pandemia (47 punti, 12 vittorie, 11 pareggi, 15 sconfitte) e analoga posizione nella stagione 2020-21 (41 punti, 10 vittorie, 11 pareggi, 17 sconfitte). Nella stagione in corso, 21-22, la squadra è tredicesima dopo 31 giornate, frutto di 9 vittorie, 7 pareggi, 14 sconfitte. In mezzo, lo ribadiamo, c’è la malattia per leucemia comparsa nel luglio 2019 e l’emergenza sanitaria per Covid-19 arrivata fine gennaio 2020. Emergenza che peraltro porta a fermare il campionato il 9 marzo e ci rimane fermo per oltre tre mesi e mezzo; infatti, riprende il 20 giugno a porte chiuse e si chiude il 2 agosto. Per la cronaca vince la Juventus; retrocedono Lecce, Brescia e Spal.

Un campionato zoppo finito ampiamente in ritardo che condiziona anche il campionato a seguire, partito il 19 settembre 2020 con tutte le incognite del caso. Questo determina una ripresa degli allenamenti (con i ritiri di precampionato) dopo appena due settimane dalla conclusione della precedente stagione. In altre parole, i giocatori non hanno avuto neanche il tempo di rifiatare e nel caso del Club felsineo, senz’altro non ha giovato l’impegno ampio dei propri tesserati con le rispettive nazionali, spesso con distanze impegnative Oltreoceano.

A tutto questo si aggiungono diversi stop per la positività al Covid e  gli infortunati a lungo termine che hanno condizionato il rendimento complessivo della squadra; nella stagione in corso citiamo in particolare Schouten, rimasto fermo per quasi tutta la prima parte di campionato, oltre 130 giorni, Kingsley si è praticamente arreso dopo le prime giornate di campionato (rottura del perone e Covid), Dominguez si è operato alla spalla dopo una prima parte di campionato giocata da protagonista assoluto, Arnautovic ha giocato molte partite al di sotto delle sue possibilità per problemi di natura muscolare, più recentemente De Silvestri si è fermato per un infortunio al bicipite femorale.

Senza dimenticare poi il crollo di inizio stagione dovuto al Covid, con otto giocatori fermati dall’Ausl bolognese, obbligando la quarantena a tutta la squadra: per questo motivo non si è giocata la partita casalinga contro l’Inter, mentre per quella contro il Cagliari, i felsinei sono stati costretti a giocarla a poche ore dall’uscita dalla quarantena e con un solo allenamento sulle gambe.

Veniamo all’attualità. Lunedì sera a Bologna arriva la Sampdoria. Vista la precaria posizione di classifica (la Samp è sedicesima in classifica con 29 punti, a sette punti dalla terzultima), i blucerchiati guidati da Federico Giampaolo faranno di tutto per rendere la vita difficile ai rossoblù, come è già successo più volte in passato, ma i Felsinei vogliono assicurarsi punti preziosi per la classifica e per regalare un altro sorriso al loro allenatore, ricoverato come sappiamo nel Dipartimento di malattie oncologiche ed ematologiche del Policlinico S. Orsola-Malpighi.

Come è successo al Bologna, anche la Samp non ha iniziato questo anno nel migliore dei modi. Il 2022 dei Doriani è infatti partito con 4 sconfitte consecutive: con Cagliari, Napoli e Torino sotto la gestione D’Aversa e con lo Spezia sotto la guida del nuovo tecnico Giampaolo. Con il tecnico teramano la Samp non ha affatto invertito i risultati auspicati dal nuovo corso presieduto da Marco Lanna, dopo l’arresto per bancarotta dell’ex presidente Ferrero. Il bilancio di Giampaolo è di 9 punti in altrettante gare (10 reti realizzate e 12 subite), frutto di due vittorie rimediate in casa con Sassuolo (4-0) ed Empoli (2-0) ed una a Venezia (0-1). Sei le sconfitte: in casa di Spezia (1-0), Milan (1-0), Atalanta (4-0), Udinese (2-1) e fra le mura amiche a favore della Juventus 2-1 e della Roma 1-0.

Le ultime novità in casa Doriana riguardano il recupero di Ekdal, mentre sono da valutare le condizioni di Giovinco. Sono invece fermi per lunga degenza Damsgaard (30 giorni) e Gabbiadini (stagione finita).

In casa Bologna invece Medel ha recuperato dall’infortunato patito nel finale della partita contro il Milan, per il resto lo staff di Mihajlovic, guidato dal suo secondo, Miroslav Tanjga, sembra intenzionato a riproporre la stessa formazione che ben ha fatto contro il Milan, con lo svizzero Aebischer (in vantaggio su Soriano, alle prese con una microfrattura al piede). In attacco Barrow sembra essere in vantaggio su Orsolini, ma non si esclude del tutto il ritorno del tridente Arnautovic- Barrow-Orsolini.

In giornata i rossoblù hanno svolto una doppia seduta di allenamento, eccezion fatta per Kingsley (allenamento differenziato) e De Silvestri (per terapie). Domani la rifinitura a porte chiuse.

 

 

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