CALCIO – Bologna: con lo Spezia cercasi punti salvezza

Dai proseliti di fine anno alla difficoltà incontrate nell’ultimo mese. L’allenatore Mihajlovic messo in discussione e solo un successo pieno contro i liguri potrà far tornare il sereno in società e in città.

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La crisi del Bologna in poco più di un mese. Il girone di ritorno chiuso a 27 punti è ormai un vago ricordo e da allora la squadra allenata da Sinisa Mihajlovic ha raccolto un solo un punto in cinque partite, vale a dire il pareggio rosicato in casa contro l’Empoli. In mezzo la ripartenza dopo le feste natalizie (il panettone è spesso indigesto), gli infortunati lungodegenti, l’imprevisto Covid-19 con otto giocatori positivi e l’Ausl bolognese costretta ad imporre (giustamente) la quarantena e vietare la partita con l’Inter. Tutto questo ha un suo peso, certamente, ma come abbiamo già evidenziato anche altri club si sono trovati a tu per tu con pandemia e infortunati, senza però rinunciare a giocare. Il Bologna invece si lecca ancora le ferite e oggi pare essere lontano parente di quella squadra che aveva sorpassato il Sassuolo tre a zero, al Mapei Stadium di Reggio Emilia.

Quel Bologna non c’è più, bisogna farsene una ragione, e quando si è in presenza di una vera e propria crisi, di risultati, è corretto ricercare i motivi e trovare le soluzioni. Facciamo un passo indietro. Su espressa volontà dell’allenatore, l’estate scorsa il club ha operato una discreta rifondazione – ricordiamo l’epurazione dei senatori nell’ultimo anno – e acquistato il difensore e il tanto ricercato attaccante centrale. Parliamo di titolari. Il risultato: al netto degli infortuni (Schouten e Kingsley prima, Dominguez poi) la squadra si trova a combattere con vecchi problemi strutturali, alimentati all’eccesso da cambi tattici frequenti che non hanno portato a risultati soddisfacenti. La partenza sottotono in questo campionato, con doppia debacle con Inter ed Empoli (10 gol subiti, 3 realizzati), ha lasciato il segno. In mezzo alle pesanti sconfitte c’è il brodino caldo interno contro il Genoa (2 pari). Poi altri alti e bassi, che hanno sì portato ad un ottimo giro di boa, a 27 punti, ma evidentemente le vittorie hanno nascosto i difetti. Le 6 vittorie con Lazio, Cagliari, Sampdoria, Roma, Spezia e Sassuolo permettono di cavalcare il desiderio comune di mantenere la parte sinistra della classifica, ma tutto questo si contrappone ad altrettante sconfitte. Sulla carta ci stanno quelle con Milan, Napoli, Fiorentina e Juventus, meno le inaspettate sconfitte con il Venezia (in casa: un solo tiro in porta e un gol) e sul campo del Torino. Di difficile interpretazione il pareggio interno con l’Udinese. Fino arrivare all’anno nuovo in cui il raccolto è purtroppo all’altezza del seminato: 4 sconfitte ed 1 pareggio, 9 reti subite, appena 2 le realizzate con il redivivo Orsolini, rilanciato, guarda caso proprio contro il Sassuolo. Anche in quell’occasione l’attaccante ascolano andò in rete, aprendo la strada della vittoria.

Dicevamo dei cambi tattici. Fino ad oggi il percorso travagliato dei rossoblù è passato attraverso diversi rimescolamenti. Lo schieramento iniziale 4-2-3-1 è stato abbandonato per fare posto al 3-4-2-1, poi al 3-4-3 per finire al 3-5-2. E recentemente al più equilibrato 4-3-3. Fino a prova contraria. In difesa del suo operato, l’allenatore Mihajlovic si è sempre soffermato sull’atteggiamento, che – a suo dire – può o meno cambiare le sorti di una partita. In parte è vero: se un giocatore gioca controvoglia si possono cambiare decine di moduli e il risultato rimarrà invariato, ma il tecnico serbo in più occasioni ha incomprensibilmente snaturato i ruoli dei propri giocatori: il rendimento di Skov Olsen e Orsolini è sotto gli occhi di tutti, ma anche altri giocatori sono rimasti ingabbiati da scelte discutibili, da Barrow (attaccante centrale di attacco) a Tomiyasu (come centrale difensivo), da Hickey (sacrificato a destra) a Vignato utilizzato a sinistra. Tutti esperimenti mal sopportati dai risultati, a meno che si dica chiaramente che il pareggio in casa contro l’Empoli è buona cosa.

I numeri del Bologna: 28 punti in 24 giornate colti con 8 vittorie, 4 pareggi e 12 sconfitte. In casa i rossoblù hanno raccolto 12 punti (5 vittorie e altrettante sconfitte oltre i 2 pareggi), in media con il bilancio esterno: 3 vittorie, 2 pareggi, e 7 sconfitte, 29 reti realizzate e 40 subite.

Veniamo al campo. Lunedì sera alle ore 21 il Bologna ospita lo Spezia. Non sarà un incontro facile e non solo perché lo dicono i numeri (solo due punti distanziano le due squadre), ma perché i “bianchi” sono preparati a lottare per la zona retrocessione, mentre il Bologna dovrà adattarsi a giocare a certe latitudini. La terz’ultima in classifica dista a solo sette punti e basta poco per essere coinvolti nella bagarre retrocessione.

I numeri dell’avversario: 7 vittorie, 5 pareggi e 13 sconfitte. Il ruolino interno è di 12 punti raccolti, 3 vittorie, 3 pareggi e 6 confitte, mentre quello esterno, e qui il Bologna dovrà stare molto attento, è di tutto rispetto se consideriamo lo spessore modesto della rosa a disposizione dell’allenatore Thiago Motta: parliamo di 13 punti raccolti lontano dal “Picco” grazie alle 4 vittorie incamerate con Venezia, Napoli, Genoa e Milan e i 2 pareggi a Cagliari e Salerno. Sette le sconfitte. È vero che la squadra spezzina segna con il contagocce, appena 27 reti realizzate, ma non è distante dalle reti realizzate dal Bologna, che sono 29.

Lo Spezia ha il sedicesimo attacco della serie con una media reti di 1.08 a partita (un solo gol di testa) e analoga la posizione per tiri: 265 complessivi di cui 89 in porta. Ultima per assist, solo 15, a differenza dei rossoblù con 23. 117 i cross utili (17a squadra) e 122 quelli sbagliati. Undicesima per chilometri percorsi (media 106.282 a partita). Tempo effettivo di gioco superiore ai rossoblù con 50’ e 3” su una media gioco di 96’12”. I marcatori: spicca il nome del centrocampista Verde con 5 reti realizzate in 21 gare, di cui 1 rigore. L’attaccante Gyasi ne ha invece fatti 4 in 21 gare e Bastoni 3 in 21 partite.

Nelle ultime sette gare, i liguri hanno raccolto 4 vittorie (Napoli 0-1, Genoa 0-1, Milan 1-2, Sampdoria 1-0), pareggiato a Salerno 2-2 e perso in casa con Verona e Fiorentina.

Vediamo le probabili formazioni a tre giorni dalla partita.

BOLOGNA (probabile 3-4-3): Skorupski; Soumaoro, Binks, Theate; Hickey, Soriano, Schouten, De Silvestri; Barrow, Orsolini, Arnautovic. All. Mihajlovic
Squalificati: Svanberg, Medel
Indisponibili: Dominguez (operato alla spalla, 3 mesi), Kingsley (operato per frattura al perone, 20 giorni), Santander (operato allo zigomo, 50 giorni)
Diffidati: Sansone, Theate

SPEZIA (4-2-3-1): Provedel; Ferrer, Erlic, Nikolaou, Reca; Sala, Kiwior; Maggiore, Gyasi, Verde; Manaj.
All. Thiago Motta
Squalificato: Amian
Indisponibili: Leo Sena. Bastoni e Sher (programma personalizzato)
Diffidati: Manaj, Kiwior

Arbitro: MARINELLI. Guardalinee: Preti, Di Iorio. IV arbitro: Cosso. Var: Di Bello. Avar: Galetto

foto eurosport

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