I relatori dell’incontro
Purtroppo poca affluenza, ma una partecipazione sentita e interessata da parte di tutti, al seminario svoltosi ieri presso il teatro comunale, dedicato al ruolo degli sport minori e del comparto paralimpico nell’informazione sportiva italiana.
Un incontro fortemente voluto dal giornalista molisano Stefano Venditti, ormai marzabottese d’adozione, che ha visto la partecipazione di Roberto Cristofori (delegato CIP Emilia Romagna per la provincia di Bologna), Roberto Giusti (fiduciario del CONI Emilia Romagna per l’Appennino ed assessore allo Sport del Comune di Vergato) e soprattutto Federico Mancarella, giovane atleta paralimpico vincitore del bronzo a Tokyo 2020, nella categoria paracanoa e primo italiano ad aver ricevuto questo prestigioso riconoscimento.
Federico Mancarella
Un incontro importante, per rimarcare l’importanza e il compito fondamentale dell’informazione giornalistica, allo scopo di continuare a parlare e raccontare storie, non soffermandosi sui singoli eventi, ma accentuando l’importanza dello sport paralimpico nel mondo, fatto di professionisti competenti e preparati.
Stefano Venditti
“Sport fatti di grande passione e sacrificio, che non dovrebbero più essere descritti con l’aggettivo minori”, ha commentato Venditti, ricordando la sua decennale esperienza di addetto stampa presso il CIP Molise.
Roberto Cristofori
Al giorno d’oggi, gli sport paralimpici stanno finalmente ottenendo la visibilità e i diritti che spettano, ma per tutto ciò che si è fatto, tanto si può ancora fare e compito di qualsiasi testata giornalistica è quello di proseguire a raccontare le storie di questi atleti anche dopo lo svolgersi delle olimpiadi, con l’obiettivo di proseguire in un percorso di riconoscimento, per tutti i sacrifici che questi ragazzi e ragazze fanno, al pari degli atleti normodotati.
Un percorso che Federico Mancarella ha raccontato a tutti i presenti, con passione e commozione, dalle paura di non farcela alle prime soddisfazioni durante gli allenamenti, dove all’interno della canoa “si è tutti uguali”.
Vittorio Gnesini
Le prime delusioni, poi lo stop e ancora la paura di mettersi in gioco, fino alla consapevolezza e il desiderio che lo sport avrebbe fatto parte della sua vita in maniera totale e la decisione di dedicarsi completamente alla disciplina della canoa, senza ulteriori distrazioni e indugi. Un percorso non privo di difficoltà, che ha richiesto volontà e tenacia, fino al raggiungimento della medaglia, che Federico ha mostrato con orgoglio, non soltanto personale, ma anche rivolto a tutte le persone che hanno creduto in lui, che lo hanno sostenuto e sostengono il mondo dello sport paralimpico.
Fabrizio Carollo
L’incontro è stato arricchito anche dagli interventi del giornalista del Corriere dello Sport Gianluca Pasini, ideatore e realizzatore del progetto “Incodaalgruppo.gazzetta.it”, interamente dedicato al settore paralimpico italiano, di Vittorio Gnesini esperto tecnico della Nazionale Paralimpica di Tiro a segno e Fabrizio Carollo, giornalista e scrittore, che ha illustrato come anche la rete sentieristica dell’Appennino sia aperta a qualunque persona affetta da disabilità, che voglia cimentarsi nelle discipline di trekking, nordik walking o handbike, a contatto con la natura, attraverso esperienze sensoriali uniche, alle quali possono partecipare anche persone normodotate, in quello che è sicuramente un dare e ricevere a trecentosessanta gradi.
Roberto Giusti
Storie di sport e di vita, che hanno conquistato i partecipanti al seminario, avidi di domande e risposte subito dopo gli interventi, mentre gli stessi relatori hanno continuato a discutere e confrontarsi anche dopo il termine dell’incontro, promettendo nuove collaborazioni e progetti in divenire, partendo dal punto fondamentale che anche il giornalismo non deve mai dimenticare una cosa fondamentale nel proprio svolgimento; un punto cruciale, dato troppo per scontato, ma necessario come punto di partenza, affinché si possa raggiungere gli obiettivi prefissati: umanità e spirito di collettività.
Un senso di collettività che comprende inclusione e sana competizione, riassumendo ciò che fondamentalmente deve essere lo sport nel senso più elevato e giusto del termine.
Bebe Vio