SASSO MARCONI – Riflessioni sul ponte in restauro: perchè scartata ipotesi “Bailey” ?

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Tutti coloro che frequentano l’Appennino Bolognese gravitando sull’asse del fiume Reno e suoi affluenti, hanno ben presente il disagio causato dalla chiusura del ponte sul fiume Reno che metteva in comunicazione la SS 64 Porrettana con la valle del Setta. Detto ponte ha seri problemi di stabilità causati, sembra, da pluridecennali disattenzioni di manutenzione.

Ultimamente ho avuto modo di parlare di detto problema con due amici ingegneri cui ho esternato il mio pensiero di collegare le due sponde del fiume Reno, sopra l’impalcato dell’attuale ponte ad arco, con due ponti “Bailey” affiancati, uno per il transito verso la val di Setta e l’altro per il traffico in senso inverso. Penso sia sufficiente una larghezza di m 3,5 circa cadauno. Eventualmente fra i due ponti venga sistemata una corsia larga al max m 2 per il transito di pedoni e mezzi non motorizzati. I due tecnici hanno riconosciuto essere questa un’idea valida da sviluppare. Uno, tra l’altro esperto di detto sistema di ponti, il “Bailey”, appunto, ha espresso l’opinione che fare eseguire dette opere dal Genio Ferrovieri dell’Esercito Italiano, in alcuni mesi verrebbero portate a termine. Si badi che su detta tipologia di manufatti metallici transitano quotidianamente treni ed, in opere militari, carri armati.

Dopo le nostre chiacchierate siamo giunti a considerare i ponti metallici costruiti dall’ing. Eiffel, proprio quello della torre di Parigi, che ho avuto modo di vedere in Portogallo, che, dopo 150 anni dalla costruzione, fanno ancora transitare quotidianamente migliaia di veicoli.

A questo punto, su queste pagine di Renonews, formulo una domanda agli enti responsabili del ponte di Sasso Marconi, prima e dopo il collasso perché non si sia presa in considerazione l’esecuzione di detti ponti Bailey. Lo chiedo sotto la duplice veste di Cittadino e di Contribuente. Con la speranza, Spes Ultima Dea, che da tali enti venga una risposta esaustiva in merito. Si tratta, alla fin fine, anche di rispetto nei confronti di chi, con le proprie tasse ed il proprio lavoro, mantiene tali enti.

 

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